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sabato 8 luglio 2017

meglio tardi che mai

Che la giustizia italiana sia giudicata dalla stragrande maggioranza degli italiani troppo lenta e a volte iniqua mi sembra un dato di fatto alquanto palese. Che poi, in alcuni casi, arrivi a dama quando oramai il riso è stracotto allora ci vien da sorridere, per la rabbia però. Ma nel caso giudiziario riguardante l'ex numero 3 del vecchio SISDE (ampiamente conosciuto e sviscerato in anni e anni di articoli e interrogazioni) siamo arrivati quasi alla farsa. La Cassazione, a 25 anni dal primo arresto di Bruno Contrada, ha messo la parola fine sul caso. Assolto. Non doveva essere condannato per "concorso esterno in associazione mafiosa" (http://www.ilfattoquotidiano.it/2017/07/07/mafia-la-cassazione-cancella-la-condanna-a-bruno-contrada-lui-finiti-venticinque-anni-di-sofferenza/3713689/) ma la beffa è che l'ex superpoliziotto se li è già fatti 10 anni. E adesso chi glieli restituirà? Solita storiaccia all'italiana: i giudici sbagliano, prendono cantonate, vanno a finire sulle prime pagine dei giornali (in un modo o in un altro), i cittadini s'indignano ma alla fine della fiera tutto rimane come prima, nessuno paga e la solita situazione dell'ortolano e del cetriolo si ripete pedissequamente...

2 Commenti:

  • Alle sabato 8 luglio 2017 alle ore 10:26:00 GMT+2 , Anonymous Anonimo ha detto...

    Non so che dire.Come è possibile che avvengano certi errori.Eppure la salvaguardia dello Stato Democratico è basata sulla suddivisione dei tre poteri.Ma in Italia non svolgono bene i loro compiti.Comunque io sono un inguaribile sognatore.Ciao Mauro

     
  • Alle sabato 8 luglio 2017 alle ore 11:50:00 GMT+2 , Blogger nomadus ha detto...

    E qui, caro Mauro, a forza di sognare ci si allontana sempre più dalla brutale realtà e dal cosiddetto "Stato di diritto" (negato). Il caso Contrada non è il primo e non sarà certamente l'ultimo dei casi di malagiustizia. Purtroppo ne esistono migliaia di quelli sconosciuti e che non sono finiti agli onori della cronaca e proprio per questo ancor più triturati dalla insana macchina della giustizia o presunta tale. Anche qui credo che ci sia ben poco da fare per cambiare lo status quo. Un affettuoso saluto, caro Mauro.

     

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