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martedì 11 luglio 2017

35 anni fa...

Oggi vorrei dedicare questo post ad un mio personalissimo ricordo che spero anche i protagonisti, che condivisero con me l'evento di cui sto parlando, ricordino con piacere. Era l'11 luglio 1982, una domenica, data indimenticabile per i tifosi dell'Italia calcistica (ma anche no) che in quella occasione si preparavano a seguire davanti agli schermi televisivi la finale mondiale tra noi e i soliti tedeschi, avversari di una vita. Presso la mia abitazione, nel quartiere San Giovanni ed esattamente in via Tasso 161 5° piano, era stata allestita la soccer room: seduti davanti al mitico (per i tempi di allora) Brionvega color 32" in ordine strettamente alfabetico c'erano: Antonio da Alessandria d'Egitto, Ernesto da Roma, il sottoscritto da Teramo e Santo da Polizzi Generosa (PA). Oltre a mia madre che seguiva i programmi televisivi tradizionali domenicali nella sua camera da letto. Nella soccer room la tensione prima del fischio d'inizio dell'arbitro brasiliano Coelho era al massimo, tutti incollati con lo sguardo davanti allo schermo e con il sottofondo cronistico dell'indimenticato Nando Martellini. La partita lo sanno pure le pietre come finì (https://www.youtube.com/watch?v=ogXP4svgsq8) e non potete immaginare la mia camera da pranzo come si poteva presentare: urla di gioia, abbracci e baci, sedie rovesciate, tavolo terremotato...insomma una sorta di piccolo stadio Olimpico trasferitosi in via Tasso. Ma il bello venne dopo. Dovevamo recarci in strada per festeggiare con tutti i romani che già sentivamo dalle finestre arrivare i loro estemporanei segni di giubilo, a forza di infinite strombazzate di clacson di auto, urla di giubilo a squarciagola e rumori di ogni genere. Noi quattro, armati di pentolame e coperchi di fortuna, approfittando della lussuosa automobile di Antonio detto Tonino l'Egiziano, partimmo in tromba per unirci con il caos cittadino incredibilmente parossistico che si concentrò in Piazza Venezia. Non mi ricordo il seguito e la fine di quella magica domenica del 1982, perché incomincio a perdere colpi mnemonici (vista l'età), ma di sicuro è stato uno dei momenti più belli e felici della mia vita. Soprattutto perché li avevo condiviso con i mei storici amici.

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