tpi-back

domenica 30 luglio 2017

Evviva Morgan!

Non è la prima volta che leggo dichiarazioni del musicologo pazzo, al secolo Marco Castoldi, relative a critiche e contumelie varie verso tutto e tutti. Ma l'intervista di stamani, pubblicata su Il Messaggero a cura del critico musicale Marco Molendini, è da non perdere. Per chi se l'è persa eccola qua: http://spettacoliecultura.ilmessaggero.it/musica/l_intervista_i_nomi_possono_diventare_un_destino_specie_quelli_d_arte_che_in-2589795.html). Piccola postilla personale: concordo totalmente con l'affilato e caustico giudizio di Morgan sul divo catodico strapagato che risponde al nome di Fabio Fazio.   

martedì 25 luglio 2017

lo scandalo della buonuscita

Fa un certo effetto sapere che un manager dalle riconosciute qualità lavorative (e  dalle più che conosciute doti nascoste molto apprezzate dalla moglie) come Flavio Cattaneo possa lasciare l'azienda, per la quale ha lavorato per poco più di 15 mesi, con una buonuscita di circa 25 milioni di euro (http://www.ilfattoquotidiano.it/2017/07/24/tim-con-25-milioni-di-buonuscita-flavio-cattaneo-entra-nella-top-ten-dei-divorzi-doro-di-piazza-affari/3751984/). Anzi, più che un certo effetto a me personalmente scandalizza che, in tempi di crisi di lavoro, di economia e di recessione oramai decennale, si possa a cuor leggero ricompensare l'uscita anticipata (e furbesca) di un Amministratore Delegato della più grande compagnia telefonica italiana (seppur con la presenza della francese Vivendi) con una spropositata cifra che sarebbe bastata a 2.ooo giovani o poco più, in cerca di occupazione, per ricevere 1.000 euro al mese per un anno intero. Posso capire il curriculum di Cattaneo e i suoi trascorsi in Terna NTV e altro (è stato anche manager di EXPO CTS) ma credo che un pochino di moralità economica sarebbe stata auspicabile da chi certamente non si trova in uno stato acclarato di indigenza. Comunque, al di là di considerazioni e polemiche, la persona più felice di tutto ciò (a parte ovviamente il diretto interessato) è la signora Sabrina Ferilli in Cattaneo che ci ha visto lungo quando decise di mollare il suo primo squattrinato marito (Andrea Peroni, semplice tecnico delle luci di teatro) per la gallina dalle uova d'oro che le permetterà, anche in caso di inopinato divorzio, un tenore di vita assai superiore ai suoi pur eccellenti emolumenti da attrice affermata. 

mercoledì 19 luglio 2017

il sacrificio di un uomo

Nella giornata dedicata al ricordo della strage di via Mariano D'Amelio, avvenuta 25 anni fa con la morte di Paolo Borsellino e della sua scorta, volevo riproporre quanto da me scritto nove anni fa su questo blog, sperando che il sacrificio del giudice e degli uomini che lo tutelavano, come del resto quello di Giovanni Falcone, della moglie e degli uomini della scorta, non rimanga vano ma contribuisca (come d'altronde sta facendo) a formare la coscienza civile e legale di questo Paese.
(http://tpi-back.blogspot.it/2008/07/19-luglio-1992-morte-della-legalit.html?=0)

mercoledì 12 luglio 2017

il mio attore preferito

Prendendo spunto da una battuta di uno dei miei due amici storici (riguardante il fatto che, secondo lui, io assomiglio a Carlo Verdone), ho ritrovato due cose che si riferiscono al mio attore preferito in assoluto. Uno è un vecchio post che ho scritto tanti anni fa in occasione di un suo film (http://tpi-back.blogspot.it/2008/03/matrix-e-il-megaspot-carlo-verdone.html) e l'altro è un docufilm sulla sua vita che ho scovato sul sito di Rai.it (http://www.rai.it/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-ce6b3ea3-53f6-49e1-98b2-587defbe4db8-cinema.html) e che vi consiglio di vedere in questa estate avara di nuovi programmi televisivi ma piena di stantìe repliche. Anche perché quando si tratta di Carlo Verdone, ogni occasione è buona per ridere con gusto ed intelligenza.  

martedì 11 luglio 2017

35 anni fa...

Oggi vorrei dedicare questo post ad un mio personalissimo ricordo che spero anche i protagonisti, che condivisero con me l'evento di cui sto parlando, ricordino con piacere. Era l'11 luglio 1982, una domenica, data indimenticabile per i tifosi dell'Italia calcistica (ma anche no) che in quella occasione si preparavano a seguire davanti agli schermi televisivi la finale mondiale tra noi e i soliti tedeschi, avversari di una vita. Presso la mia abitazione, nel quartiere San Giovanni ed esattamente in via Tasso 161 5° piano, era stata allestita la soccer room: seduti davanti al mitico (per i tempi di allora) Brionvega color 32" in ordine strettamente alfabetico c'erano: Antonio da Alessandria d'Egitto, Ernesto da Roma, il sottoscritto da Teramo e Santo da Polizzi Generosa (PA). Oltre a mia madre che seguiva i programmi televisivi tradizionali domenicali nella sua camera da letto. Nella soccer room la tensione prima del fischio d'inizio dell'arbitro brasiliano Coelho era al massimo, tutti incollati con lo sguardo davanti allo schermo e con il sottofondo cronistico dell'indimenticato Nando Martellini. La partita lo sanno pure le pietre come finì (https://www.youtube.com/watch?v=ogXP4svgsq8) e non potete immaginare la mia camera da pranzo come si poteva presentare: urla di gioia, abbracci e baci, sedie rovesciate, tavolo terremotato...insomma una sorta di piccolo stadio Olimpico trasferitosi in via Tasso. Ma il bello venne dopo. Dovevamo recarci in strada per festeggiare con tutti i romani che già sentivamo dalle finestre arrivare i loro estemporanei segni di giubilo, a forza di infinite strombazzate di clacson di auto, urla di giubilo a squarciagola e rumori di ogni genere. Noi quattro, armati di pentolame e coperchi di fortuna, approfittando della lussuosa automobile di Antonio detto Tonino l'Egiziano, partimmo in tromba per unirci con il caos cittadino incredibilmente parossistico che si concentrò in Piazza Venezia. Non mi ricordo il seguito e la fine di quella magica domenica del 1982, perché incomincio a perdere colpi mnemonici (vista l'età), ma di sicuro è stato uno dei momenti più belli e felici della mia vita. Soprattutto perché li avevo condiviso con i mei storici amici.

sabato 8 luglio 2017

meglio tardi che mai

Che la giustizia italiana sia giudicata dalla stragrande maggioranza degli italiani troppo lenta e a volte iniqua mi sembra un dato di fatto alquanto palese. Che poi, in alcuni casi, arrivi a dama quando oramai il riso è stracotto allora ci vien da sorridere, per la rabbia però. Ma nel caso giudiziario riguardante l'ex numero 3 del vecchio SISDE (ampiamente conosciuto e sviscerato in anni e anni di articoli e interrogazioni) siamo arrivati quasi alla farsa. La Cassazione, a 25 anni dal primo arresto di Bruno Contrada, ha messo la parola fine sul caso. Assolto. Non doveva essere condannato per "concorso esterno in associazione mafiosa" (http://www.ilfattoquotidiano.it/2017/07/07/mafia-la-cassazione-cancella-la-condanna-a-bruno-contrada-lui-finiti-venticinque-anni-di-sofferenza/3713689/) ma la beffa è che l'ex superpoliziotto se li è già fatti 10 anni. E adesso chi glieli restituirà? Solita storiaccia all'italiana: i giudici sbagliano, prendono cantonate, vanno a finire sulle prime pagine dei giornali (in un modo o in un altro), i cittadini s'indignano ma alla fine della fiera tutto rimane come prima, nessuno paga e la solita situazione dell'ortolano e del cetriolo si ripete pedissequamente...

martedì 4 luglio 2017

ci vorrebbe un Macron

La mia disaffezione dalla politica italiana è oramai conclamata da tempo. Basta guardare agli ultimi articoli da me scritti (qui ma anche su l'Antipatico) per capire l'inversione di tendenza che ho voluto dare, stufo dei mille e più post dedicati negli anni ai vari Berlusconi, Veltroni e tutti gli "oni" del ciarpame politico che ha nauseato non solo chi vi scrive ma, credo, una buona metà dell'elettorato italico. E i numeri astensionistici delle ultime votazioni, con relativi ballottaggi, ne sono l'ulteriore riprova. Ma c'e' un personaggio politico francese che ultimamente ha attirato benevolmente la mia attenzione: si tratta, ça va sans dire, del nuovo Presidente della Repubblica francese Emmanuel Macron il cui discorso tenuto a Versailles alle Camere riunite (http://www.ilsecoloxix.it/p/mondo/2017/07/03/ASJXeFCI-rivoluzione_parlamentari_emergenza.shtml) mi è parso alquanto illuminante sulle aspirazioni e sulle reali volontà di cambiare le cose in quel Paese (da sempre definito sciovinistico e con la puzza sotto il naso) e il passaggio che mi ha entusiasmato di più è stato quello relativo alla riduzione del numero dei parlamentari. Perché non lo prendiamo qui da noi il buon Macron, magari anche part-time, al solo fine di riprodurre in fotocopia il suo discorso con valenza istituzionale al posto dei fantocci politici (di tutti i colori e di tutte le risme) che purtroppo ancora popolano, nostro malgrado, le italiche aule parlamentari? Personalmente vedrei in un replicante di Macron una sorta di panacea degli endemici mali italioti. Ma credo che questo mio pio desiderio sia destinato a restare soltanto una semplice ed irrealizzabile visione onirica...