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sabato 13 marzo 2010

Innocenzi (Giancarlo) pressioni sulla libertà d'informazione


E' stata questa puntata di Annozero (http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-219d051d-d515-4c52-8790-fc2dc81d8a53.html?p=0%22), andata in onda lo scorso 3 dicembre, a scatenare l'iraconda e scomposta reazione del presidente del Consiglio in carica (speriamo ancora per poco...) finalizzata al tentativo di bloccare, con qualunque mezzo e in qualsiasi modo, la messa in onda della prevista trasmissione sul caso Mills. In verità è stata anche quella sorta di peripatetica della carta stampata, che risponde al nome di Maurizio Belpietro, a informare prontamente (da stagionato e comprovato lecchino) il suo padrone di Palazzo Chigi sulla preparazione di Michele Santoro, dal quale era stato invitato, alla trasmissione dedicata al famigerato avvocato inglese. E allora cosa fa l'ineffabile e democratico presidente del Consiglio? Chiama uno dei suoi sgherri più fidati per quanto concerne le comunicazioni di massa, vale a dire Giancarlo Innocenzi, uno dei membri dell'AGCOM (Autorità costituita nel 1997, preposta al controllo dell'intero mercato delle comunicazioni e che dovrebbe garantire, in base ai princìpi dell'art. 21 della Costituzione, un'informazione pluralista, imparziale, obiettiva e di qualità), e gli ordina perentoriamente di trovare una qualsiasi soluzione affinchè la trasmissione di Santoro non vada in onda. Fulgido esempio di libertà d'informazione, scevro da qualsiasi interferenza da parte della presidenza del Consiglio in uso privato dello Stato e nei pubblici servizi creati per la collettività. Lampante dimostrazione di assoluta trasparenza e genuinità dell'Authority nell'attenersi all'obbligo statutario di lealtà e imparzialità per NON determinare indebiti vantaggi a qualcuno (inavvertitamente magari per chi dimora a Palazzo Grazioli). E come se non bastasse, il Principe della Libertà chiama al telefono anche un altro dei suoi lecchini di fiducia, vale a dire il direttore del TG1 Augusto Minchiolini, il quale si attiva immediatamente in occasione della deposizione di Gaspare Spatuzza al processo Dell'Utri, deliziandoci la sera successiva con uno dei suoi immancabili e imparziali editoriali che tanto ci fanno rimpiangere quelli di trent'anni fa di Gustavo Selva (altro piduista di riconosciuto valore) al Gr2. Come chiamare queste splendide pillole di delucidazione televisiva se non legittime derivazioni di una pratica malata del comando che deforma inevitabilmente il potere di chi lo detiene, arrivando conseguentemente alla manipolazione di massa dell'informazione? Come non associare tutto questo a delle evidenti prove di regime gestite dal Sovrano di Arcore con più azioni (del medesimo disegno criminoso) sistematiche di minaccia e di controllo dell'informazione pubblica, all'ombra di un già ripugnante e gigantesco conflitto di interessi? A mio modesto avviso questa faccenda dell'inchiesta di Trani su Berlusconi e Innocenzi è un'altra istantanea, nitida e conseguente, sul potere assoluto (e illegale) detenuto da colui che quindici anni fa, per sfuggire alle maglie della magistratura e per non vedere il sole a scacchi, fondò in fretta e furia (e Giancarlo Innocenzi era fra i primi adepti) un partito di plastica per ammaliare gli italioti promettendo a destra e a manca, con il solo risultato di sistemare tutti i propri (loschi) affari, oltre a quelli degli amici, e di farla franca per quanto concerne il rispetto della legalità e dell'uguaglianza rispetto agli altri cittadini. Certo, gli anni e i risultati elettorali stanno lì a dimostrare che finora c'è riuscito. Ma è anche vero che una sottile buccia di banana, magari fatta cadere inconsapevolmente dalla procura di Trani, può provocare dolorose scivolate e conseguenze ancor più nefaste. Francamente molti se lo augurano. Compreso il sottoscritto.

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