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lunedì 28 settembre 2009

Gelmini, quando l'allieva supera il maestro


E' da tempo che non frequento aule scolastiche e rimpiango quegli anni splendidi dal sapore vero di amicizia e complicità, ideali politici e primi amori che purtroppo non ritorneranno più. E mi vengono i brividi al solo pensiero di dover entrare oggi in una qualsiasi scuola o università pensando a chi rappresenta la sua istituzione più alta, il ministro Maria Stella Gelmini. Vedendola l'altro giorno nella manifestazione di apertura dell'anno scolastico al Quirinale, ma soprattutto sentendola stamattina, a Mattino Cinque, ospite della televisione del suo maestro (il Biscione di Arcore) disquisire e ripetere la solita filastrocca del tutto va bene madama la marchesa mi ha fatto proprio andare in bagno. Ad eccezione delle parole pronunciate l'altro giorno dal Presidente Napolitano (che hanno richiamato chi rappresenta le istituzioni a dare il buon esempio ai ragazzi e alle ragazze e a non offendere il decoro del Paese), tutto il resto è stato in completa disarmonia con il titolo della canzone "Sincerità" proposta da Arisa. Ovviamente mi riferisco al discorso fatto dalla Gelmini che, circondata da bambine e bambini, ha candidamente snocciolato una serie incredibile di menzogne. Ha parlato di rilancio della qualità della scuola, ma nei fatti ne ha distrutto l'impianto pedagogico privandola di tempo e ritornando al maestro unico (modello sonoramente sconfitto dalle iscrizioni in massa al tempo pieno); ha parlato di integrazione delle alunne e degli alunni stranieri mentre ne fissa il tetto massimo (30%) di presenza in ciascuna scuola, mettendo in atto una vera e propria deportazione e non abbandonando la possibilità di istituire classi differenziali per chi non conosce l'italiano; afferma che nella scuola deve essere garantita una possibilità a tutte ed a tutti, premia le eccellenze, spinge sulla meritocrazia (altra cosa è il merito) e tiene aperta la strada alla chiusura delle scuole nei piccoli centri e nei comuni di montagna; dice che bisogna tener conto delle alunne e degli alunni con disabilità e taglia i posti sul sostegno ed azzera le compresenze; si illumina quando parla dell'insegnamento della Costituzione e ruba i soldi alle scuole dello Stato regalandoli alle private e alle paritarie. Parla di investimenti per la messa in sicurezza degli edifici scolastici e stanzia pochi spiccioli ed aumenta sconsideratamente il numero di alunni per classe. E' di qualche giorno fa la notizia di un ragazzo di Benevento, frequentante un istituto alberghiero, che si è sentito male perché sofferente di asma e stipato in una classe con 39 alunni. Parla del 150° anno dell'Unità d'Italia ed intanto regionalizza l'istruzione ed il governo di cui fa parte realizza il federalismo. E non si degna di spendere una parola sul più grande licenziamento di massa mai avvenuto in Italia: 150mila lavoratrici e lavoratori espulsi definitivamente dalla scuola in tre anni. Una serie infinita di menzogne tra gli applausi, neanche troppo convinti, di una platea addomesticata. Ma tanto, in definitiva, con un maestro come Berlusconi cosa si può pretendere di più e di meglio? In questo caso credo ci siano le premesse affinchè l'allieva Gelmini superi il maestro di Arcore.

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