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lunedì 31 agosto 2009

la nuova paladina della libertà di stampa


Ci mancava solo lei all'appello. Da quando è iniziata la guerra editoriale di Feltri contro Boffo tutti (o quasi) si sono sentiti in dovere-diritto di dire qualcosa al riguardo, sia su di un versante che sull'altro. Ma che scendesse in campo anche chi fino a ieri era più intenta a riscuotere parcelle a sei zeri dai suoi ricchi clienti dello spettacolo (http://www.corriere.it/cronache/09_marzo_21/super_divorzista_bernardini_sospesa_99744d4c-15ef-11de-aefc-00144f486ba6.shtml) e a presenziare nei salotti televisivi mi è sembrato francamente troppo. Capisco che Feltri debba ricaricare la sua mitragliatrice mediatica e continuare a far fuoco sul nemico antiberlusconiano, comprendo che l'accerchiamento di questi ultimi due giorni non gli sia stato granchè gradito ma di certo affidare una parte della controffensiva all'avvocato matrimonialista Annamaria Bernardini de Pace (http://rassegnastampa.formez.it/rassegnaStampaView2.php?id=170635) cercando di prendere due piccioni con una fava (difesa sua e del suo padrone) non mi sembra una delle soluzioni più praticabili. Che poi la matrimonialista dalla parcella d'oro, nel suo intervento, voglia dare lezioni di comportamento etico e professionale ai giornalisti non politicamente corretti mettendo a confronto la possibilità che uomini ricchissimi (come per esempio il premier) possano permettersi congiunzioni carnali da 2.000 euro a botta mentre il popolino non può aspirare a tanto (non sapendo forse la matrimonialista che esistono anche escort da 100 euro a botta) mi fa sorridere e sperare che il genero Raoul Bova non abbia letto l'articolo. Come spero che stavolta la Bernardini de Pace non abbia chiesto la parcella d'oro al povero Feltri.

domenica 30 agosto 2009

domandare è lecito, rispondere è cortesia (anzi, dovere)


Il titolo di questo mio post domenicale è mutuato, quasi integralmente, dalla frase che amava ripetere nelle sue interviste l'anchor man per antonomasia del gruppo televisivo berlusconiano: Maurizio Costanzo. In genere è buona abitudine e sinonimo di intelligente cortesia rispondere (cercando di dire anche la verità) alle domande poste da chi ne ha facoltà e predisposizione. Nel caso specifico ho proprio la netta impressione che con l'ultima mossa ad effetto (denuncia e richiesta di risarcimento di 1 milione di euro) nei confronti del quotidiano che lo sta tampinando da quando è scoppiato il Noemigate, il signor B. dà l'idea di non avere molta voglia nell'ottemperare a questa causa. E allora ho deciso di fargli uno sconto (e magari mi beccherò anch'io una denuncia con allegata richiesta di risarcimento): gli farò 7 domande 7 in luogo delle 10 di Giuseppe D'Avanzo. Riconosco che sono domande riferite al passato prossimo del signor B. ma visto e considerato che non ha mai avuto modo di farlo in qualche aula di tribunale chissà che non voglia farlo su di un blog (i miracoli non li fanno solo i santi). Ha messo la cuffia signor B.? E' pronto? Allora via alle domande. 1) Nel 1970, il procuratore della banca Rasini di Milano, il dott. Luigi Berlusconi, ratifica un'operazione molto particolare: la banca Rasini acquisisce una quota della Brittener Anstalt, una società di Nassau legata alla Cisalpina Overseas Nassau Bank, nel cui consiglio d'amministrazione figurano Roberto Calvi, Licio Gelli, Michele Sindona e monsignor Paul Marcinkus (tutti passati a miglior vita meno uno). Questo dott. Luigi Berlusconi, procuratore con diritto di firma della banca Rasini, era suo padre? 2) Sempre intorno agli anni ’70 un certo Silvio Berlusconi registrò, sempre presso la banca Rasini, ventitré Holding come negozi di parrucchiere ed estetista: per caso è lei questo signor Silvio Berlusconi? 3) Sempre per caso, le ventitrè Holding di parrucchiere ed estetista sono le stesse ventitrè Holding Italiane che hanno detenuto per molto tempo il capitale della Fininvest? 4) Nel 1979 il finanziere Massimo Maria Berruti (che condusse e poi archiviò l’indagine della Guardia di Finanza sulle ventitré Holding presso la Banca Rasini) si dimise dalla Guardia di Finanza. Questo signor Massimo Maria Berruti è lo stesso che fu assunto dalla Fininvest subito dopo le dimissioni dalla Guardia di Finanza, che fu poi condannato per corruzione, in seguito eletto parlamentare nelle file di Forza Italia (questa procedura non mi è nuova...) e incaricato dei rapporti delle quattro società Fininvest con l’avvocato londinese David Mills, recentemente condannato in Italia su segnalazione della magistratura inglese? 5) Nel 1973 il tutore dell’allora minorenne ereditiera Anna Maria Casati Stampa si occupò della vendita al signor Silvio Berlusconi della tenuta della famiglia Casati ad Arcore. La tenuta dei Casati consisteva in un edificio settecentesco di circa 3.500 metri quadri con 147 stanze, una pinacoteca con opere del Quattrocento e Cinquecento, una biblioteca con circa 3.000 preziosi volumi antichi, un parco immenso (villa San Martino), scuderie e piscine. Un valore inestimabile che fu venduto per la cifra (risibile, per l'epoca) di 500 milioni di lire in titoli azionari di società non quotate in Borsa, che furono da lei riacquistati pochi anni dopo per 250 milioni. Il tutore della minore Casati Stampa era l'avvocato Cesare Previti. Sempre per caso, questo avvocato è lo stesso che poi è diventato il legale della Fininvest, successivamente senatore di Forza Italia, Ministro della Difesa, condannato per corruzione, interdetto dai pubblici uffici e che lei continua a frequentare? 6) A Milano, in via Sant’Orsola 3, fu registrata nel 1978 una società denominata Par.Ma.Fid. Questa società ha gestito tutti i beni di Antonio Virgilio, finanziere di Cosa Nostra e riciclatore di capitali per conto dei clan di Giuseppe e Alfredo Bono, Salvatore Enea, Gaetano Fidanzati, Gaetano Carollo, Carmelo Gaeta e altri boss (di area corleonese e non) operanti a Milano nel traffico di stupefacenti a livello mondiale e nei sequestri di persona. Signor Berlusconi, importanti quote di molte delle famose ventitré Holding verranno da lei intestate proprio alla Par.Ma.Fid. Per conto di chi la Par.Ma.Fid. ha gestito questa grande fetta del Gruppo Fininvest e perché lei decise di affidare proprio a questa società una parte così notevole dei suoi beni? 7) Signor Berlusconi da dove sono venuti gli immensi capitali che hanno dato inizio, all’età di ventisette anni, alla sua scalata al mondo finanziario italiano? Si può togliere la cuffia, signor Berlusconi. Terminate le domande e prima che lei risponda volevo farle notare che tutti gli eventuali reati cui si riferiscono le domande di cui sopra sono oramai prescritti. Ma il problema è che i favori ricevuti dalla mafia non cadono mai in prescrizione. Ne consegue che i cittadini italiani ed europei, nonchè i capi di Stato e premier dei Paesi con cui lei ha avuto degli incontri negli ultimi quindici anni, hanno il diritto di sapere se lei sia ricattabile o se sia una persona libera. In ultima analisi mi permetto di ricordarle che lei è già stato condannato in via definitiva per dichiarazioni false rese ad un giudice in un tribunale: stante questo motivo dovrebbe farmi la cortesia (se lo ritiene opportuno e giusto) di fornire, oltre le risposte alle 7 domande, anche le prove di quello che dice. Le sole risposte non potrebbero essere ovviamente sufficienti.
La ringrazio in anticipo.

venerdì 28 agosto 2009

da che pulpito arriva la predica!


Non si smentisce mai. La vita gli riserva molteplici occasioni per evitare di fare brutte figure e lui niente: cocciuto e irrigidito, sul suo pulpito dorato, si mette a sparare (editorialmente parlando, per fortuna) a destra e a manca (più a manca che a destra), si erge a paladino degli irreprensibili e dei senza peccato e con nonchalance scaglia le sue pesanti pietre della diffamazione e dell'odio politico. Tuuto questo, ovviamente, con il placet del suo multimilionario (perennemente infoiato) editore e padrone di riferimento: il celodurista Silvio. Oramai non mi sorprendo più di tanto delle squallide uscite di Vittorio Feltri, noto voltagabbana bergamasco nonchè livoroso e meschino leccaculo delle preziose rotondità (si fa per dire) berlusconiane. L'attacco infamante di stamani su il Giornale contro il direttore di Avvenire (furbescamente tolto dall'edizione on line, http://www.ilgiornale.it/la_aut.pic1?ID=6113 ma rintracciabile comunque, http://rassegnastampa.formez.it/rassegnaStampaView2.php?id=170011) ha ancora una volta consegnato il viscido Feltri alla storia meno nobile del giornalismo italiano. Permettersi di puntare il dito contro Dino Boffo per questioni inerenti la privata sfera sessuale, e nel contempo attaccare tutti coloro che fanno altrettanto (e a ragione) contro il suo altrettanto viscido padrone, è stomachevole e indegno. Ma ancor più stomachevole e indegno è sapere che lui ama omettere il suo non proprio cristallino passato costituito da: radiazione dall'Albo dei giornalisti (novembre 2001), su proposta dell'Ordine dei giornalisti della Lombardia per aver divulgato, sulla prima pagina di Libero, i nomi di cittadini italiani sotto procedimento giudiziario per pedofilia; condanna a 1 anno e 6 mesi di carcere per diffamazione nei confronti dello scomparso senatore Gerardo Chiaromonte (febbraio 2006 ma i fatti risalgono al 1990); condanna a risarcire con 45.000 euro Rosario Bentivegna (agosto 2007, solita diffamazione a mezzo stampa). E uno come Feltri che, dulcis in fundo, ha la faccia come il culo (ai tempi di Libero) di intascare più di 5 milioni di euro dallo Stato per i finanziamenti di un giornale che non li avrebbe mai potuti avere non essendo organo di partito (ma lui ci è riuscito lo stesso spacciandolo per organo del Movimento Monarchico Italiano!) ci viene a fare la morale sulle preferenze sessuali del direttore di Avvenire? Ma vergognati Vittorio!

mercoledì 26 agosto 2009

la Perdonanza sai è come il vento...


Riesce a strapparmi un timido sorriso la lettura della notizia riguardante la partecipazione del Cavaliere senza macchia e con tanti peccati alla Perdonanza di venerdì prossimo a L'Aquila (http://www.rete5.tv/index.php?option=com_content&Itemid=2&task=view&id=16239), rito religioso in uso da secoli che garantisce l'indulgenza da tutti i peccati per i pellegrini che vi partecipano a patto che siano sinceramente pentiti e confessati. Tranquilli, non è il caso del presidente del Consiglio che non è affatto pentito dei suoi peccati (soprattutto quelli inerenti la carne) nè tantomeno intenzionato a confessarsi (non l'ha fatto nelle aule di giustizia figuriamoci se lo farà in un confessionale), considerato che non potrà comunicarsi essendo un divorziato. Ma la cosa che mi fa sorridere è il pensare l'accostamento del diavolo all'acqua santa: lui che è un estimatore del culto anale che anela stare a fianco di monsignor Bertone venerdì sera per farsi vedere dalla folla come un pellegrino con la pelata (o quasi) cosparsa di cenere. Lui che ama i rapporti orali intenzionato sulla via della Perdonanza a cimentarsi in orazioni e genuflessioni. E ancor di più sorrido al pensiero che il suo consigliori (il tiratissimo Gianni Letta) stia facendo di tutto per assicurare al premier un incontro in Vaticano con Benedetto XVI, proprio per fargli dare quella assoluzione urbi et orbi che lo consacri nuova pecorella smarrita di ritorno all'ovile. Con la preghiera di non chiudere con il chiavistello. Non si sa mai. La carne è sempre più debole.

martedì 25 agosto 2009

una polemica a dorso di cammello


Quando si parla del Colonnello in concomitanza con il Cavaliere si può scommettere ad occhi chiusi che la polemica è garantita. Se poi a soffiarci sopra ci si mettono due bei fuochisti come Feltri e Belpietro allora possiamo accomodarci beatamente in poltrona per seguire la nuova fiction editoriale. A quanto pare la preannunciata visita di Silvio il 30 agosto nella tenda di Muammar in quel di Tripoli è confermata, addirittura accompagnata dal sonoro roboante delle Frecce Tricolori (bisogna ringraziare La Russa per questa chicca). In pochi si ricordano che il nostro capo del governo andrà a salameccare un riconosciuto dittatore al quale (bontà sua) ha pure regalato tempo fa bei soldoni per un risarcimento simil-coloniale e con il quale ha firmato un accordo per impedire le traversate dalla Libia dei clandestini in cerca di sponde italiche ma che oramai tutti hanno capito che il Colonnello non potrà mai rispettare. Questa polemica tutta interna ai giornali d'informazione berlusconiani non mi ha sorpreso più di tanto. Sia Feltri che Belpietro sono due cavalli di razza che agiscono sempre a briglia sciolta e amano punzecchiarsi l'un l'altro pur avendo convissuto per lungo tempo sotto lo stesso tetto editoriale (ai tempi de L'Indipendente e de il Giornale post-montanelliano) e anche in questa occasione si ritrovano a dire la loro sulla scelta del Cavaliere da sponde opposte (http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=376924 e http://www.libero-news.it/articles/view/567526) cercando così di portare acqua (leggasi lettori) ai rispettivi mulini. Ma in questo caso il mulino è abbastanza decrepito e fuori luogo, non ha proprio l'aria di un mulino della libertà o della trasparenza. E anche questa polemica a dorso di cammello potrebbe trovare una giusta soluzione, ambita da tutti. Far scendere il passeggero dal dorso dell'animale per evitargli l'ennesima brutta figura. E far dissetare il cammello in qualche bella oasi vicino alla tenda del beduino. Con le stellette.

abbiamo la nuova Sophia (e non lo sapevamo)


Lo ammetto, ultimamente sto perdendo dei colpi. Sarà l'età, sarà il caldo ma il fatto di non aver dato la notizia del secolo mi rattrista. Anzi, mi deprime. Abbiamo la nuova Sophia Loren e nessuno me l'ha mai detto. Incredibile. Non potevo proprio immaginare che un premio talmente ambito come quello del Valva Short Film Festival (in pratica l'equivalente campano dell'Oscar statunitense) potesse andare alla migliore attrice italiana attualmente vivente. Sì, sto parlando di Noemi Letizia che non sarà nata a Pozzuoli come il suo mito ma sempre in territorio napoletano siamo. E ovviamente la sede naturale per il prestigioso premio non poteva che essere la nuova Hollywood salernitana: per l'appunto la famosa città di Valva come riporta la stampa internazionale (http://www.ansa.it/site/notizie/awnplus/cultura/news/2009-08-25_125361169.html). Che dire, sono incredulo ed emozionato. Sapere che una nostra connazionale rappresenti l'acme e la massima espressione dell'arte cinematografica non fa che riconciliarmi con il mondo. E mi fa stare più sereno e più fiducioso anche per il futuro. Soprattutto per quello prossimo: vuoi vedere che il direttore della Mostra Internazionale del Cinema di Venezia (Marco Muller) il 2 settembre chiamerà la Noemi per aprire come madrina il Festival? Sono aperte le scommesse.

lunedì 24 agosto 2009

il ritorno alla normalità


E' sempre un pò difficile (almeno per chi vi scrive) tornare ai ritmi e alle consuetudini che scandivano quasi con precisione svizzera le ore e i giorni di un blogger cimentatosi quasi per caso nel grande universo della blogosfera italiana. Debbo confessare prima di tutto che colgo una sensazione strana ma piacevole nel riappoggiare le dita sulla tastiera dopo 15 giorni di assoluta e ferrea astinenza; è la stessa sensazione, credo, del calciatore che riassapora la gioia del contatto con il pallone e con il verde del campo di allenamento il primo giorno dopo le vacanze estive. Per due settimane mi sono volutamente astenuto dal seguire i telegiornali e i quotidiani nazionali (anche se nel luogo scelto per il mio breve riposo la parabola e l'edicola internazionale abilitavano all'eventuale incombenza), forse anche per l'intimo desiderio di disintossicarmi dalle scorie letali di un anno vissuto con la tastiera puntata (a volte anche in maniera cattiva) sul mio principale obbiettivo della maggioranza dei post editati: l'unico, inimitabile, inconfondibile Grande Bugiardo (come l'ha mirabilmente etichettato Giovanni Maria Bellu su l'Unità, http://nemici.blog.unita.it//Infaticabile_bugiardo_571.shtml). Oggi, fortunatamente per voi lettori, ho deciso di non scrivere sul Pifferaio di Arcore anche per prolungare questa pausa di ipotetica sensazione di realtà parallela, quella cioè che mi fa sembrare (anche se sono cosciente che è solo un sogno) di essere ritornato nel mio Paese che non è più il Paese che ho lasciato quindici giorni fa. Un'altra Italia, più bella, più solare, più ricca (almeno dalle parti di Bagnone), più solidale (non proprio dalle parti intossicate dal leghismo), in una parola deberlusconizzata. Lo so, non è così. Ma per favore, non svegliatemi ancora.

domenica 9 agosto 2009

chiuso per ferie


Anche l'autore di questo blog è dell'idea che prendersi qualche giorno di sano riposo (fisico e mentale) non sia una cosa disdicevole. Auguro quindi a tutti i lettori (sia a quelli nuovi, che sono tanti, sia a quelli della prima ora ed in particolare al mio amico MAURO) buone ferie d'agosto, con l'auspicio di ritrovarvi qui al mio ritorno, il 24. Un cordiale saluto a tutti. Divertitevi.

venerdì 7 agosto 2009

fossi in lui mi vergognerei


Non è possibile. Dire che Berlusconi ha la faccia come il culo è come dire che dopo il giorno c'è la notte. Ma come si fa a dire quello che ha detto (http://tv.repubblica.it/copertina/berlusconi-attacca-rai3/35735?video) con il tono e con l'espressione di chi sembra stia leggendo un passo del Vangelo secondo Matteo ben sapendo di spergiurare e di rinnegare la buona creanza data dall'esigenza naturale di dover affermare la verità e solo quella? Come si fa a prendere per il culo la gente che non legge nè i giornali nè i blog della Rete, non si informa, non sente la radio nè la televisione (o magari sente e vede solo l'informazione targata Berlusconi) affermando che una testata giornalistica (il TG3) ha il coraggio e la spudoratezza di parlare male del governo, della maggioranza e del premier in particolare? Come se non fossero sufficienti tutti gli elementi a disposizione della gente non ancora berlusconizzata che sa vedere e sa scegliere come e quando informarsi sulle malefatte e sulle nefandezze morali e materiali di colui che ancora si erge a paladino della libertà e della giustizia! Uno che, forse non tutti lo ricordano, ha fatto i soldi grazie al padre direttore di una banca palesemente impregnata di mafia e che grazie ai miliardi grondanti di mafia ha costruito selvaggiamente fino allo stremo umano e che con gli stessi soldi ha messo su un impero mediatico (giornali, riviste, editoria e televisioni) fino a soffocare il servizio pubblico radiotelevisivo che osa dire essere contro di lui? Veramente, io fossi in lui mi vergognerei come un ladro e sprofonderei sotto terra. E non mi farei mai più vedere in giro, nè sentire. Fino alla fine dei giorni. Purtroppo lui non è come me.

mercoledì 5 agosto 2009

meglio la figlia che il papi


Non c'è che dire, l'intervista rilasciata da Barbara Berlusconi al settimanale glamour Vanity Fair (http://www.style.it/cont/people-show/news/0908/0400/barbara-berlusconi-lestate-che-n.asp) ha lasciato il segno. Tanto è vero che ieri sera, in pieno TG1 delle 20, è stata costretta (dal papi?) a limare leggermente quanto detto, in modo da coprirsi le spalle in caso di eventuali attacchi mediatici. «A proposito dell'intervista che ho rilasciato a Vanity Fair desidero che le mie risposte non vengano strumentalizzate ed estrapolate dal contesto in cui si trovano perchè altrimenti rischierebbero di assumere un significato che invece non hanno e non devono avere. Il tono e il contesto dell'intervista erano infatti di affetto verso mio padre di cui ho grande stima sia come padre sia come politico". Già, la stima. E chi non ne ha nei confronti di suo padre. Tutti ne parlano bene, sia come padre che come politico, anzi come statista. Non ce n'è uno, in Italia, che possa dire qualcosa di malevolo o di negativo su papi, ci mancherebbe. Tornando seri, ho apprezzato molto quanto detto da Barbara nell'intervista. Mi è sembrata, pur avendo 25 anni, una donna equilibrata e decisa, una che non le manda a dire e che ha il coraggio di uscire dal cono d'ombra alquanto ingombrante del padre e di bacchettare come e quanto basta, ove necessiti. La doppia maternità le ha restituito quella maturità che normalmente si fatica a raggiungere nella bambagia di una Dynasty meneghina, dove tutto le è dovuto e concesso. La ragazza pare determinata nelle scelte e nelle volontà espresse sia nella vita privata che in quella lavorativa (alla Mondadori al posto di Marina?). Insomma, se tanto mi dà tanto, lo smarcamento dal papi è stato fatto in maniera irreprensibile e coerente: proprio per delineare quella immaginaria linea di confine tra il bello e il riprovevole. Lei non ha mai sentito l'esigenza di andare con uomini più maturi, al contrario del papi che aveva l'esigenza di frequentare diciottenni. Bisogna ringraziare Veronica se la figliola è venuta su così bene. Congratulazioni.

lunedì 3 agosto 2009

l'odore dei soldi (intascati da Feltri)


Certo, non ha fatto una gran bella figura il bergamasco doc Vittorio Feltri se è vero (e le cronache dicono che è vero) che è stato sbattuto fuori dalla redazione di Libero, in viale Majno a Milano, in modo alquanto sollecito dal presidente della società editrice del quotidiano (di proprietà della famiglia Angelucci che tra l'altro detiene anche la maggioranza delle quote de il Riformista) fondato nel luglio del 2000. Arnaldo Rossi, un pò a brutto muso, l'altro ieri ha detto a Feltri di sloggiare entro 15 minuti dalla stanza e di riconsegnare telefonino e carta di credito aziendale; un modo come un altro per far capire che questa volta il cane da tartufi (come lo definisce Giampaolo Pansa in questo editoriale, http://www.ilriformista.it/stories/Prima%20pagina/78051/) l'ha fatta sporca, comunicando nel famoso fondo dell'altro giorno la sua volontà di abbandonare la baracca per tornarsene sul suo amato incrociatore da guerra editoriale che risponde al nome de il Giornale. Ma la cosa che mi ha fatto ancora una volta pensar male di Feltri è stata la notizia (fonti ufficiale bergamasche, http://www.bergamonews.it/politica/articolo.php?id=14066) che i soldi sono i veri, inseparabili amici dell'occhialuto giornalista. Non certo l'ideologia o la voglia di fare una guerra mediatica contro la Repubblica (come afferma, un pochino velenosamente, Pansa nel suo pezzo) e men che meno il prestigio di una poltrona da direttore di un quotidiano che vende più copie rispetto al giornale appena lasciato. Il suo personalissimo superenalotto della carta stampata Feltri l'ha centrato e pure bene. Assicurarsi tutti quei milioni di euro solo per sparare cazzate sulla sinistra (ora che il suo bersaglio preferito del passato, Prodi, è a riposo) credo sia il sogno di altri frequentatori di redazioni di giornali. Ma anche delle maestraenze, dei poligrafici, degli uscieri, dei fattorini...Comunque, una cosa vera forse l'ha detta andando via da Libero: si annoiava. Lo credo bene. Ripetere tutti i giorni, per nove anni, la solita cantilena pro-Berlusconi, sbertucciare tutti quelli ostili al suo padrone e dire di essere un liberal e magari anche figlio (illegittimo), giornalisticamente parlando, di Montanelli era proprio una gran bella stronzata.

domenica 2 agosto 2009

2 agosto 1980: una strage di Stato


I fischi di questa mattina a Bologna, per la commemorazione delle 85 vittime della strage di Stato del 2 agosto 1980, erano sì rivolti a Sandro Bondi (inopinatamente scelto come rappresentante del governo) ma nello stesso tempo erano per la classe politica in generale, per una parte della magistratura che non volle indagare nella direzione giusta, per i servizi segreti deviati e per tutti quelli che hanno sulla coscienza i morti e i feriti (200) provocati da quella dannata strage. Per chi volesse ripercorrere, con la giusta lucidità e con la coerente formazione giornalistica d'inchiesta, quei momenti tragici di 29 anni fa e per chi volesse cercare di capire il prima e il dopo che portò a sventrare il cuore e l'anima dell'Italia in quella scellerata mattinata di inizio agosto, consiglio vivamente di rivedere questa puntata de La Storia siamo noi dell'impeccabile Giovanni Minoli (http://www.lastoriasiamonoi.rai.it/pop/schedaVideo.aspx?id=1806). Proprio perchè la memoria sia sempre viva.

sabato 1 agosto 2009

la televisione (e il giornalista) che ci manca


Ieri sera, guardando distrattamente la tv sintonizzata su RaiNews24, mi sono imbattuto in una replica di una trasmissione che ripercorreva la storia televisiva del programma che è stato, senza ombra di dubbio, il più seguito e il più amato tra quelli dal taglio prettamente giornalistico. Sto parlando, naturalmente, de il Fatto di ENZO BIAGI, una sorta di bibbia per tutti coloro che ancora desiderano avvicinarsi alla realtà dei fatti, delle persone e degli accadimenti in maniera pulita, intelligente, sobria ma estremamente veritiera e non di parte. Mi sono ancora una volta emozionato nel rivedere lo scomparso giornalista e scrittore emiliano alle prese con le interviste a personaggi famosi e non, tutti avvicinati con il solito garbo e gusto del rispetto altrui, con un candore e una educazione fuori dal comune che, credo, non ritroveremo mai più in nessun altro. Io vi consiglio di rivedere il filmato che chiuderà questo mio piccolo omaggio al perpetuo ricordo di Enzo Biagi. Sono 51 minuti che riassumono la vita (e le persone) di questi ultimi 20 anni di storia del nostro Paese. Da non perdere l'intervista a Berlusconi due anni prima del famoso editto bulgaro. Una riflessione, per finire: ci mancherà sempre e comunque un giornalista (e un uomo) come Enzo Biagi, soprattutto considerando quali siano oggi i giornalisti (e gli uomini) che lo sostituiscono. Purtroppo dobbiamo accontentarci di gente come Emilio Fede, Vittorio Feltri, Mario Giordano, Augusto Minzolini e (il top dei top) Bruno Vespa. Si può forse desiderare di meglio? (http://rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-e81058f0-3357-4e2f-aa13-a83487d9e993.html?p=0)