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lunedì 4 maggio 2009

la mignottocrazia del Pifferaio vista da Guzzanti (Paolo)


Scorrendo i titoli dei quotidiani nazionali a proposito della Dynasty di Arcore, mi sono imbattuto in una sorprendente e per certi versi inaspettata intervista del pidiellino doc (si vocifera pentito) Paolo Guzzanti (forse più conosciuto per essere il padre di Corrado e Sabina che non per la sua attività parlamentare), concessa ieri al giornale che sta proprio agli antipodi rispetto al suo credo politico. Il giornale in questione è Liberazione, l'intervistatrice si chiama Laura Eduati, il titolo del pezzo è "Con le veline Berlusconi arriverà al Quirinale". Lo voglio riproporre integralmente, a beneficio soprattutto di quei lettori che per abitudine o credo politico mai e poi mai comprerebbero il giornale comunista. Buona lettura. Creare una nuova classe politica di veline e velini e formare un Parlamento di fedelissimi che possa portarlo al Quirinale. Questo il vero progetto di Berlusconi secondo Paolo Guzzanti, berlusconiano pentito e inventore del termine mignottocrazia ben prima che scoppiasse la rabbia di Veronica Lario sulle liste colme di ragazze carine e disponibili: «Un salto di qualità che viene da lontano: le hostess c'erano anche nella seconda legislatura, provocavano imbarazzi e sconforto, ma lo perdonavamo perché convinti che questo fosse il pedaggio da pagare per realizzare la modernizzazione del Paese». Barzellette sconce, ragazzotte che ridacchiano: Berlusconi lancia continui «messaggi sessuali» eppure «disprezza le donne, avanzo persino l'ipotesi che sia un gay represso: le tratta come un maschio che va al casino, la negazione dell'individualità femminile». Un soffio di speranza: «Dopo le europee scoppierà la guerra aperta tra An e Forza Italia, uno smottamento che liberaldemocratici e sinistra dovrebbero aiutare per prendere la palla e provare a vincere la partita». Non moriremo berlusconiani, forse, «se la sinistra capirà perché questo premier piace agli italiani». Fanno scandalo le veline discinte che provocano l'ira di Veronica Lario, ma non crede che esistano anche i velini? "Ho coniato il termine mignottocrazia sforzandomi vanamente di includere anche gli uomini. Sto parlando di un atteggiamento tipico di una classe subalterna, quella rappresentata dalle primissime file del congresso fondativo del PdL: i politici erano stati espulsi per fare spazio ai parlamentari di domani, carfagnini e carfagnine con cervellino e culetto impacchettato. Ora Berlusconi è riuscito a fare quello che non poteva nella scorsa legislatura, quando aveva le mani legate da Casini e Fini." Ovvero? "Creare i suoi cloni da manovrare in futuro. Berlusconi è molto tentato dallo stroncare questa legislatura perché sa che questo Parlamento non lo porterà al Quirinale. Basta vedere il suo atteggiamento con il referendum: ha tirato fino quasi a rompere con la Lega, ora dice che voterà sì, e nel caso il referendum abbia esito negativo farà delle riforme costituzionali, chiederà lo scioglimento delle Camere e farà eleggere veline e velini. Un salto di qualità." Un salto di qualità davvero inaspettato? "No. Qualche anno fa fummo convocati per un anonimo congresso di Forza Italia a Milano, mi ritrovai in mezzo a schiere di hostess con la minigonna a tubino che solleticavano le fantasie di tutti i maschi presenti, ricordavano l'attuale abbigliamento di Mara Carfagna: castigatissima e dunque doppiamente provocatrice. Questa è la weltanshauung di Berlusconi, che racconta barzellette oscene da terza media circondato da parlamentari anzianotte e giovincelle, le prime ridono sguaiatamente, le seconde ridacchiano soddisfatte. Perché il premier manda continuamente messaggi sessuali, è una sessocrazia alla Publitalia, e lui fa la figura del gallo 'n coppa a' munnezza". E' uscito da Forza Italia soltanto alcuni mesi fa. Non se ne era accorto prima della sessocrazia? "Me ne sono accorto poco a poco, e non sono il solo. Lo notavano tutti, e le persone normali ne parlavano con imbarazzo. Io soffrivo, con Colletti ci facevamo lunghe telefonate di sconforto." Perchè rimanere, allora? "Perdonavamo a Berlusconi questa debolezza. Pensavo: ci dobbiamo sorbire questa sbobba, queste kermesse a base di donnine nude e balletti nella speranza di modernizzare il Paese. Una sorta di pedaggio. Le donne da hostess diventano parlamentari. Non era certo soltanto coreografia. Pensavo, e penso tuttora, che la sinistra fosse inadatta e incapace. Pensavo che Berlusconi fosse una possibilità di svolta purché rimanesse nell'alveo democratico e desse risalto alla meritocrazia, cosa mai avvenuta. Con me c'erano persone della sinistra che nutrivano e nutrono le stesse speranze, penso a Ferrara che ora mugugna, Iannuzzi e molti altri. Dicevamo: mangiamo rospi e merda, basta che faccia qualcosa per l'Italia." Berlusconi odia le donne? "L'ho detto e avanzo persino l'ipotesi che sia un gay represso." Perchè? "Racconto un aneddoto: dopo un congresso scende dal palco, una calca impressionante, mi passa vicino e mi urla "L'hai vista? L'hai palpata? Le hai messo le mani addosso?". Si riferiva ad una procace signora. Ecco, questo è il cameratismo dei maschi che vanno al bordello e cioè nel luogo della negazione dell'individualità femminile. E poi questa sentimentalità molto cheap della ragazza di Casoria che lo chiama "papi", si circonda di persone molto giovani purché carine, nemmeno belle. Se poi queste ragazze diventano parlamentari è chiaro che ci chiediamo: come c'è arrivata a quel ruolo?" Dunque: un esercito di parlamentari sexy e pronti a votare ciecamente Berlusconi a presidente della Repubblica. Non sono abbastanza fedeli gli attuali politici berlusconiani? "Quando me ne sono andato pensavo di venire trattato come un cane. E invece molti berlusconiani mi dicono: bravo, hai fatto bene. Tu sei un giornalista, mi dicono, io non ho alternative. Berlusconi è oggetto di una devozione sconsiderata che nasce dal timore. E' come quel detto americano: prima di sposare un miliardario, le donne hanno l'accortezza di innamorarsene. Berlusconi ha creato un Berlusconi's dream , ed ecco l'uomo che tenta il suicidio perché la figlia non è stata selezionata al corso per diventare europarlamentare." Libero attacca Veronica Lario definendola velina ingrata. Un tempo, scrive Feltri, anche lei era una sconosciuta attricetta. E' semplice cattivo gusto? "Il servizio di Libero è una porcata come poche, e va appaiato al fiume di violentissimi insulti scritti sul sito del PdL e diretti alla seconda moglie di Berlusconi. Libero ha compiuto un basso servizietto, delegittimando la regina infedele che ha osato sussurrare contro l'imperatore, parola azzeccata." Un servizio spontaneo? O pensa che sia partito dall'alto l'ordine di fare fuoco contro la Lario? "Non saprei. In certe aree non è necessario chiedere, vige la spontaneità. Non voglio dire che Feltri sia servile, anche lui era stato cacciato dal Giornale come Montanelli e può darsi che nel volere esercitare il suo ruolo indipendente finisca per diventare come Pierino la peste." Parlando dei quotidiani, la Freedom House ha retrocesso l'Italia da paese con stampa libera a parzialmente libera. Tutta colpa del conflitto di interessi? "Contrariamente a quanto sostenuto dalla sinistra, fino al 2006 la stampa non era in mano a Berlusconi. Oggi invece c'è un salto di qualità incarnato nelle nomine decise a palazzo Grazioli invece che a palazzo Chigi." Il luogo conta davvero, se poi le nomine sono le stesse? "I simboli sono beni concreti. Vedo che persino Repubblica, dietro un antiberlusconismo di facciata, sta facendo delle concessioni al premier. Non esiste più il giornalismo di inchiesta, il mestiere di reporter è reso inutile e non paga." Il conflitto di interessi non è un problema, dunque? "La sinistra dovrebbe smetterla di combattere Berlusconi a testa bassa e cominciare a chiedersi perché agli italiani piace questo premier. Una cosa mi preoccupa, da quando sono uscito dal berlusconismo subisco un linciaggio da parte di una fauna berlusconiana nuova, trentenni che non hanno vissuto la Prima Repubblica, per loro il 1994 è l'anno zero, Berlusconi una presenza eterna." Una via di uscita? "Un tempo il PCI analizzava concretamente e spietatamente le cause della sconfitta, oggi la sinistra strilla e urla e non fa un minimo di ricerca. Sono uscito da Forza Italia e ho aderito ai liberali con la speranza di fermare Berlusconi e gridare: attenzione! Dopo le europee scoppierà la guerra tra An e Forza Italia, sono come l'acqua e l'olio. C'è un'aria di smottamento che va accompagnato, il mondo liberaldemocratico e la sinistra dovrebbero fare la loro parte, non soltanto opponendosi ma rubando la palla e cercare di vincere la partitia. Penso ne valga la pena."

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