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venerdì 29 maggio 2009

aspettando il nono giorno


Il mio personalissimo count-down mi dice che mancano 8 giorni all'appuntamento con le urne. Forse chi mi legge se ne sarà accorto: è da un pò che non distolgo l'attenzione dalle parole e dai fatti che riguardano il Pifferaio di Arcore. Ho seguito chiaramente anche la sua ultima uscita all'Assemblea della Confesercenti. E che qualcuno l’abbia fischiato (http://www.youtube.com/watch?v=YMY_cvzG0Q0&eurl=http%3A%2F%2Fwww%2Ewikio%2Eit%2Fvideo%2F1187934&feature=player_embedded) è indicativo, e del resto a Palazzo Grazioli se l’aspettavano. Che qualcuno l’abbia applaudito in realtà è più sorprendente: mi ostino a pensare che imprenditori, commercianti e gente che rischia del proprio, dovrebbe aver avuto dal Pifferaio un’esperienza sufficiente, per ritrovarsi ancora a bere le sue promesse. Degli otto disgraziati anni che l’Italia ha alle spalle, sei li ha governati lui, e questo non viene mai ricordato a sufficienza. In realtà, nella platea di Confesercenti come in tutto il Paese, la gran parte del pubblico non fischia né applaude, bensì assiste muta e sconcertata alla corrida. Non esiste una sola nazione importante nella quale la crisi economica sia soverchiata da un conflitto paragonabile a quello italiano. Anche se non gli attribuisco molto credito, non mi sorprende il retroscena secondo il quale singoli personaggi della politica e dell’economia, oppure poteri più o meno forti, stiano stabilendo fra loro una sorta di accordo bipartisan in vista di eventuali gestioni d’emergenza della situazione. Non è una prospettiva piacevole (tra l’altro, s’è tanto detto e scritto della politica che finalmente riprendeva il proprio posto di comando...), ma qualcuno dovrà cominciare a porsi il problema di un Paese non governato, infognato fra harem e tribunali. Non sarà passato inosservato che ieri il Corriere della Sera, che aveva evitato fin qui di affondare il colpo sul caso, ha colto l’occasione della presunta gaffe di Dario Franceschini sui figli del Caimano per virare di rotta: coperto da una contemporanea rampogna al PD, ora anche via Solferino pone sostanzialmente le stesse dieci domande de la Repubblica. Mancano otto giorni alle europee. In questo periodo avremo il Silvio scatenato nel richiamo della foresta che funzionò tanto bene nel 2006; avremo i suoi alleati che non spenderanno parole per lui e avremo code di competition fra le opposizioni. Dal nono giorno, anche se non sono sicuro in quale direzione, la stagione politica cambierà radicalmente. E forse ne vedremo delle belle.

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