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sabato 18 aprile 2009

letterina per il premier


Egregio signor Presidente del Consiglio, chi Le scrive questa lettera non è mai stato fondamentalmente per la linea che Lei debba esser preso molto sul serio. Soprattutto sul terremoto, che è la cosa più seria di tutte. C’è chi ha storto il naso (io per primo) per le sue passeggiate nelle tendopoli, chi per le sue battute fuori posto, chi soffre per l’efficacia comunicativa della sua presenza sul luogo del disastro. Come si è visto c’è stato perfino chi ha cercato, nella reazione della macchina dei soccorsi, argomenti di polemica politica, stavolta del tutto infondata. Io non più di tanto. Di motivi per la polemica, però, ce ne sarebbero a iosa se si guarda all’altro ieri, alla cultura del condono e della deregulation edilizia che ha contrassegnato le scelte della destra (e quindi le sue, signor Presidente del Consiglio) fino all’immediata vigilia del terremoto. Ma questo riguarda il passato, sperando che sia davvero passato. Il presente è puro lavoro d’emergenza, ed è stato svolto al meglio nelle condizioni date. L’incognita è il futuro, il futuro prossimo, sul quale Lei ha assunto impegni che vanno presi appunto molto sul serio. Lei, signor Presidente del Consiglio, ha promesso: un tetto per tutti gli sfollati prima che venga il freddo. In Abruzzo (ed io lo so bene, essendo nato in quella terra) vuole dire prima di ottobre. Se il calendario non m'inganna vuol dire che mancano poco più di cinque mesi. Non per costruire baraccopoli, come giustamente ha aggiunto Lei, ma case vere, anche se provvisorie. Signor Presidente del Consiglio, se ho ben capito Lei ha messo la sua faccia su questo impegno: se la sta giocando tutta, lo sa? Lei ha fatto una solenne promessa davanti alla bare e alle famiglie in lutto. Non è uno scherzo, una gag da summit internazionale, una battuta da smentire domani. Io credo (e spero) che tutto quanto da Lei promesso debba essere fatto, con impegno e serietà. Lo stesso impegno e serietà che mi auguro mettano anche i suoi uomini della maggioranza, tutti indistintamente (anche quelli che non hanno partecipato alla passerella di questi ultimi giorni). Pazienza se alla fine Lei cercherà di ricavarne un utile politico: l’importante è che ci provi a risultati ottenuti, non sulle chiacchiere. L’inizio non è stato certo incoraggiante: dietro alle passerelle di governo si intravede poco di sostanzioso quanto a progetti, risorse effettive, idee chiare sul che fare. Si sbanda dal Telethon pro-terremotati al 33 per cento di incentivo a chi fa da sé: ma questo sarebbe uno stato che abdica al proprio ruolo e che si affida alla buona volontà dei privati. Che è tanta. Ma non si illuda, signor Presidente del Consiglio, di potersi fare bello con la generosità degli italiani: le scelte vere deve farle Lei. E presto ne dovrà rispondere davanti a tutta l'Italia. Distintamente La saluto. Nomadus.

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