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giovedì 22 gennaio 2009

la morale (se ce n'è una) del caso Villari


La telenovela del presidente della Commissione di Vigilanza sulla RAI, Riccardo Villari, sembra giunta oramai al suo epilogo. Chi l'ha seguita (compreso il sottoscritto) ha percepito un non so che di grottesco e di antipolitico sia nei comportamenti che negli sviluppi della intricata e kafkiana storia che vado a riepilogare.La presidenza della Commissione di Vigilanza sulla RAI spetta, come prassi, all’opposizione parlamentare. PD e IdV avevano proposto il nome di Leoluca Orlando, i consiglieri del PdL non ci pensavano neppure lontanamente a votare per l’ex sindaco di Palermo. Votazioni, all’interno della Commissione, andate avanti a vuoto per sedute e sedute, senza che fosse mai raggiunta la maggioranza per l’elezione del presidente. Finché, un bel giorno, i voti del PdL, a sorpresa, finirono tutti (insieme a pochi dell’opposizione) sul nome di Riccardo Villari, stimato epatologo napoletano e commissario in forza al PD. Un’elezione che lasciò tutti di stucco e che innescò subito una serie di reazioni, soprattutto nel partito di Villari, tutte tese alle sue dimissioni dalla carica. Reazioni dapprima blande, poi via via, di fronte ai rifiuti di Villari, sempre più pressanti e violente. Fino ad arrivare all’espulsione dello stesso Villari (sospettato da alcuni perfino di essere stato "comprato") dal Partito Democratico. Nel tempo, a chiedere le dimissioni di Villari da quella carica occupata, ci si sono messi un po’ tutti. Veltroni in primis, poi il presidente della Camera Fini, poi il presidente del Senato Schifani, poi il premier Berlusconi, oltre ovviamente a innumerevoli altri portavoce e portaborse. Insomma un coro uniforme di voci che rivolevano a tutti i costi quella poltroncina. E lui, Villari, lì a resistere, in quel bunker di San Macuto a Roma, ad assistere alle defezioni dei suoi consiglieri che via via, invitati ovviamente dai partiti, si squagliavano, fino a quando sono rimasti in tre. Villari, un radicale e un rappresentante dell’Mpa. Impossibile andare avanti, impossibile far funzionare la Commissione. Tutto impossibile. E Villari, come l’ultimo dei giapponesi che continua a combattere nella giungla anche dopo la fine della guerra, a ripetere che mai e poi mai avrebbe dato le dimissioni da una carica alla quale era stato legittimamente eletto. Un recente sondaggio rivela che molti italiani vedono in Villari un uomo deciso, tutto d'un pezzo, ostinato nel ribellarsi alle arroganti regole della politica. Uno che che aveva deciso, in questa occasione, di non essere ostaggio dei capibastone, di non essere un burattino in mano ai vari capetti (oggi ti eleggiamo, domani ti diamo un calcio nel sedere e ti schiodiamo dalla poltroncina). Un uomo che forse, aveva deciso di uscire dalla condizione perenne del peone, quella figura di deputato che deve solo obbedire agli ordini di partito, sentendosi, per un po’ di giorni almeno, una sorta di Spartacus dei nostri giorni pronto a battersi e a rivoltarsi contro il circo massimo della politica. Ora, per l’ultimo giapponese, per lo Spartacus napoletano, il tempo sta per scadere: perché i presidenti di Camera e Senato, instancabili in questo lavorìo, hanno inviato le lettere di revoca a tutti i componenti della Commissione compresi i tre resistenti. La Commissione si intende dunque sciolta. E Fini e Schifani provvederanno a rinnovarla con la nomina dei nuovi membri, da cui scaturirà il nuovo presidente. Villari, che ha annunciato altre battaglie, sembra vicino alla sconfitta, l’avventura sta forse per finire. Così come sono vicini alla sconfitta tutti quelli che tifavano per lui come campione dell’antipolitica. Poveri illusi. Se la politica decide di fregarti non c’è Villari che tenga. Non c’è speranza. Anche perché, sul fatto di fregarti, quasi sempre riescono a mettersi d’accordo perfino la Destra e la Sinistra. Berlusconi e Veltroni anche in questa occasione potranno essere soddisfatti...

4 Commenti:

  • Alle venerdì 23 gennaio 2009 alle ore 09:59:00 GMT+1 , Blogger rossaura ha detto...

    Devo dire che personalmente questa farsa la considero una debacle sia della destra che della sinistra ma anche e sopratutto di Villari (che in quanto a cavaliere senza macchia e senza paura non mi pare abbia la stoffa).
    Nella questione tendenzialmente considero che la figuraccia fatta dalla sinistra sia davvero notevole,ovviamente sono più critica verso Veltroni & C., perchè da loro mi aspettavodi più e volevo altro. Villari invece che non voleva apparire una testa di legno,alla fine si è dimostrato solo un omino con velleità di potere che la destra ha preso in mezzo nelle sue operazioni pagliacciate(politiche proprio non si può dire).
    Naturalmente su usi e costumi per le elezioni della CdA Rai, nulla mi trova d'accordo, non vedo perchè sia il Governo che si deve occupare di lottizzare l'informazione (e lo spettacolo), come se non lo fosse già di suo, non capisco cosa significhi ai fini di avere una televisione di servizio pubblico,in mano alla politica che almeno nel nostro caso ha già in mano il potere di quella commerciale. Ma anche se così non fosse, non mi capacito che il CdA non sia composto da "tecnici" del settore e da luminari della cultura.
    Sicuramente sono io che non capisco niente.
    Per Villari poi, personaggio alquanto attento alla sua "persona" appartenere ad un partito mi pare che fosse funzionale ai suoi interessi e non avesse la benchè minima connotazione "ideologica".
    Insomma degna situazione gestionale della televisione di Stato in degno Stato... chi si stupisce?
    Ciao Ross

     
  • Alle venerdì 23 gennaio 2009 alle ore 22:12:00 GMT+1 , Blogger nomadus ha detto...

    Cara ROSS, sul fatto che l'epatologo (più o meno stimato) napoletano possa rivestire i panni del cavaliere senza macchia e senza pauranon ci sono molti dubbi. Altrettanto sulla figuraccia del PD (e di Veltroni in primis) che, a conti fatti, avrebbe potuto gestire meglio tutta l'intricata faccenda. Ma quello che fondamentalmente mi sorprende (e non poco) è la percentuale degli italiani (circa il 55%, ergo la maggioranza) che hanno investito tout court Villari come paladino dell'antipolitica, della reazione del peone al suo capo, in una sorta di Davide contro Golia. La stoffa, come giustamente dici tu, non c'è, la faccia men che meno, il cervello non si sa e alla fine non si capisce dove i nostri concittadini abbiano intravisto queste magiche qualità politiche e manageriali del Villari furioso. Comunque, alla fine della fiera, resta l'amaro in bocca per l'ennesima, deludente, sensazione di impotenza di noi fruitori della televisione pubblica (tralasciando la commerciale che è meglio) senza la minima possibilità di poter dire alcunchè tramite qualche rappresentante più o meno eletto o eleggibile. Permettimi, a chiusura, un minimo di stupore. Un rammaricato saluto da nomadus.

     
  • Alle venerdì 23 gennaio 2009 alle ore 23:06:00 GMT+1 , Blogger rossaura ha detto...

    Veramente se ti stupisce Villari, dimmi quanto ti stupisce Berlusconi?
    Che strano l'Italia nei suoi effetti negativi non mi stupisce più mi colpisce solo quanto in alcuni momenti ci sono uomini che emergono per doti che si sono perse. o per onesta intellettuali che per la maggiore sono optional.
    Mi viene sempre in mente Alberto Sordi e Vittorio Gassman del "La Grande Guerra" due poveracci pronti a qualsiasi cosa per salvare la vita, classicamente italiani, ma alla fine prima di finire fucilati, quel guizzo di orgoglio e di amor proprio che li redime da tutto il loro passato.
    Dici che recuperiamo almeno un altro 20% ;-)?
    Un sorriso ilare Ross

     
  • Alle venerdì 23 gennaio 2009 alle ore 23:21:00 GMT+1 , Blogger nomadus ha detto...

    Ah beh...se la mettiamo sulla citazione colta cinematografara mi arrendo subito! Se invece la vogliamo mettere sul fattore "ricupero" (come direbbe qualcuno di mia conoscenza) non c'è francamente percentuale che tenga. La frittata è stata fatta. Le uova usate erano tra l'altro pure marce. Di che vogliamo parlare...Altro che stupore. Io la chiamo indignazione e metto pure il punto esclamativo! Anzi, come direbbe Totò, un punto e virgola e due punti. Tanto per gradire. Un saluto Morse (linea punto linea) da nomadus.

     

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