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sabato 27 dicembre 2008

passata la festa, gabbato lo santo


Il titolo di questo post non l'ho scelto per accomunarlo alla festa del Natale appena trascorsa. No, ci mancherebbe. Non mischio il sacro con il profano. Qui voglio parlare (e scrivere) del "pacco" Alitalia, vale a dire della fregatura tanto evocata quanto subìta da parte dei neoassunti nella CAI, la nuova compagnia di Roberto Colaninno. I nodi si sa, prima o poi, vengono al pettine. Nel caso di Alitalia, sono bastate le prime lettere di assunzione inviate da CAI ai lavoratori, ora cassintegrati, per rendere chiaro a tutti la posta in gioco. Una «marea» di contratti a tempo determinato (molti di sei mesi, proposti a chi prima era assunto a tempo indeterminato), niente assunzioni per le mamme e per i lavoratori che rientrano nelle «categorie protette» (chi cioè ha figli con handicap a carico). Dentro invece, guarda caso, tutte quelle persone che nel giro di uno o due anni matureranno i requisiti pensionistici. Sullo sfondo, il timore che le assunzioni siano molte di meno di quelle previste dagli accordi sottoscritti. La premessa è d'obbligo perchè a protestare nei giorni scorsi, causando la cancellazione di un centinaio di voli all'aereoporto di Fiumicino, sono stati i lavoratori «di terra» di Alitalia (manutenzione, handling, check in e via dicendo) iscritti alle sigle sindacali firmatarie degli accordi con CAI (i confederali Cgil, Cisl e Uil, e Ugl). La precettazione del ministro dei trasporti Altero Matteoli ha di fatto riportato alla (quasi) normalità la situazione a Fiumicino mentre, nel frattempo, la premiata ditta Colaninno & Co. prova a forzare la mano e ad inaugurare un nuovo modello di relazioni industriali. Il periodo vacanziero, d'altra parte, facilmente acuisce la rabbia di chi, in partenza, si è ritrovato senza bagagli o impossibilitato a partire. L'Enac (il regolatore nazionale delle attività del trasporto aereo) ha aperto un'istruttoria sulla situazione di Fiumicino «ipotizzando sanzioni per mancata assistenza dei passeggeri». Dal governo - garante, nella persona di Gianni Letta, degli accordi siglati - il silenzio più assoluto. Eccezion fatta per il ministro Renato Brunetta che, invece, ne approfitta per richiedere «la mano dura», perchè «è finita l'epoca per cui Alitalia spendeva 2 milioni di euro al giorno, che pagavamo noi». Solidarietà ai lavoratori Alitalia iscritti a Cgil, Cisl e Uil è arrivata comunque da Anpac e Unione piloti che sottolineano: «Negli ultimi giorni sono state evidenziate le gravi incongruenze, da noi abbondantemente denunciate da più di un mese, in merito agli accordi sottoscritti a ottobre e novembre e ai criteri di assunzione ed esclusione proposti da CAI e accettati dai sindacati. Solo restituendo la dignità violata al personale di terra, ai piloti e agli assistenti di volo, si potrà costruire un futuro positivo per la compagnia di bandiera». L'incertezza regna sovrana nel numero di assunzioni, soprattutto nell'handling. In una lettera al governo e a CAI, i sindacati hanno rinnovato la proposta di contratti part time, quale «strumento di solidarietà sociale tra i lavoratori, che contribuirebbe a ridurre il personale che oggi si trova in cig senza speranze di raggiungere la pensione o di essere riassunto in CAI». «I numeri di palazzo Chigi, che parlano di 10.150 assunzioni, ancora non si vedono», dice Mauro Rossi (Cgil). Nessuna assunzione c'è stata ancora per il servizio pulizia a bordo degli aerei e il timore è che CAI pensi all'esternalizzazione del servizio. Nessuna assunzione, denunciano ancora i sindacati, per i «capisquadra», persone in genere ancora lontane dalla pensione. E ancora, troppi contratti a termine e troppe assunzioni per chi invece è «vicinissimo» alla pensione. Condizioni capestro, infine, per assistenti di volo, donne madri o lavoratori con handicap. Proprio per questa serie di motivi elencati in questo post non potevo che scegliere il titolo appropriato del "passata la festa, gabbato lo santo". O no?

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