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sabato 22 novembre 2008

non sottovalutiamo la Carfagna


Incuriosito dall'anticipazione della Bignardi nella puntata di venerdì scorso, ieri sera ho disdetto tutti i miei impegni (galanti e non) e mi sono piazzato comodamente seduto in poltrona per seguire l'imperdibile e attesissima intervista al ministro delle P.O. Mara Carfagna su La7 nel corso del programma Le invasioni barbariche (http://www.la7.it/approfondimento/dettaglio.asp?prop=invasioni). Una Carfagna leggermente più sexy e meno monacale delle ultime apparizioni televisive (tipo Matrix o Questa Domenica) con camicetta di raso nero aperta ma non scollata eccessivamente, gonna nera appena sopra il ginocchio che con l'accavallarsi delle gambe scopre quanto basta, calze nere tipiche da notte di sesso sfrenato e relative scarpe con tacco a spillo. Ultimo tocco civettuolo tipicamente femminile: le unghie laccate rosso fuoco. Non male come look per una ex calendarina prestata alla politica, con l'aspirazione da ministro della Repubblica che lascia il segno e con la voglia da scrittrice che vuole contendere a Vespa i lettori da salotto televisivo. Il faccia a faccia con la Bignardi è scivolato via con indubbia leggerezza mediatica e con meno spigolosità televisiva rispetto alle recenti uscite catodiche. La bella salernitana ha sciorinato le sue idee marcatamente filoberlusconiane con evidente modus da scuola del biscione, controllando nei gesti e nel tono della voce l'effetto classico di chi "buca" lo schermo, tanto in voga nei palinsesti del caimano. La Bignardi stoicamente ha cercato di opporre resistenza giornalistica e televisiva, ma a volte la scaltra e sexy esponente del PdL (e futura portavoce) è riuscita a sovrastarne la carica carismatica tipicamente da anchor woman. Dei suoi inizi politici la Carfagna ha ribadito che sono stati alquanto difficoltosi e gravati da un certo tipico pregiudizio maschilista nei confronti del gentil sesso che si affaccia sul palcoscenico del potere. L'essere stata sottovalutata come Berlusconi e Reagan (all'inizio della loro rispettiva discesa in campo) non fa che accrescerne i meriti per la sua ostinazione nell'entrare in politica e per la sua genuflessa propensione ad accondiscendere i voleri del suo mentore di Arcore. Far capire al mondo che i suoi valori sono la Patria, Dio e la famiglia (e Berlusconi) vale quanto rinunciare ad un nuovo calendario o ad uno spogliarello in diretta tv a reti unificate (quelle del biscione, s'intende). Il nuovo corso carfagnano è oramai cominciato e a vele spiegate punta dritto al porto sicuro e comodo della prossima donna segretario del PdL, dopo l'abdicazione forzata che avverrà giocoforza per età anagrafica o per causa post mortem. Morale della favola: non sottovalutiamo questa bella rappresentante del Popolo della Libertà con lo sguardo leggermente spiritato (o allupato, a seconda di come la si guarda) e con il fisico prorompente tipico della escort alto di gamma che non deve chiedere mai. A parte, forse, il tipo di prestazioni.

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