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giovedì 21 febbraio 2008

le lagnanze del giovane Ciriaco De Mita


E poi dicono che il sistema politico è una sorta di reparto geriatrico dove i giovani non hanno accesso. Guardate il caso dell'onorevole Ciriaco De Mita, un giovane promettente politico di origini avellinesi che aveva portato una ventata di novità all'interno del neonato Partito Democratico. Aveva preso parte in qualità di membro alla commissione statuto del nuovo partito, e in quanto ex presidente del Consiglio (dal 13 aprile 1988 al 22 luglio 1989) era stato nominato componente di diritto del coordinamento nazionale del Partito Democratico. Ed ora, all'improvviso, si è ritrovato fuori (anche se lui dice di aver sbattuto la porta) con la motivazione che chi ha fatto più di tre legislature non può essere ricandidato. E lui ne ha fatte solo 11, che male c'e'? Non si è sempre sostenuto che ci vogliono politici di esperienza all'interno di un giovane partito? Lui che è stato presidente della gloriosa Democrazia Cristiana volete che non abbia un minimo di dimestichezza con la cosa pubblica e con gli inciuci da Transatlantico? Uno che è uscito indenne dal terremoto di Tangentopoli, che nel momento della trasformazione della "Balena bianca" è riuscito a strappare la leadership (aiutato da Gerardo Bianco) al "filosofo" Rocco Buttiglione e a fondare il partito dei Popolari nel 1994, insomma uno che ne ha viste (e fatte) di cotte e di crude, poteva essere utile al Partito Democratico. Invece no, quell'ingrato (e ormai vecchio e decrepito) di Veltroni l'ha defenestrato e giubilato senza il minimo senso di riconoscenza, l'ha "offeso" nel nome e nell'onore, gli ha dato il benservito con il massimo del cinismo. Roba da ricorrere al Tribunale dei Diritti dell'Uomo...Che mondo infingardo e irriconoscente, caro e giovane onorevole De Mita (ma è quello delle fotocopiatrici?)...

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