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venerdì 15 febbraio 2008

diritto alla vita (e all'informazione)




Il tragico episodio di due giorni fa a Napoli, della donna di 39 anni che dopo aver abortito alla ventunesima settimana di gestazione (a causa di una malformazione del feto) è stata interrogata da un magistrato e da agenti della polizia di Stato (tra cui fortunatamente una donna che ha usato un "tatto" differente rispetto ai colleghi maschi), chiamati da una segnalazione anonima, intervenuti per verificare se c'erano gli estremi di una infrazione alla legge 194 (e così non è stato), ha suscitato un vespaio di polemiche ed ha riacceso prepotentemente la discussione (oramai in atto da tempo) sulla famosa moratoria dell'aborto cui anche Giuliano Ferrara ha dato il suo "contributo" con l'iniziativa elettorale di presentare una sua lista pro-life alle prossime elezioni del 13 aprile. La coda polemica ha avuto il suo apice in alcune manifestazioni spontanee di donne a Roma che hanno generato anche dei momenti di tensione con le forze dell'ordine, determinando una grancassa mediatica di televisioni e stampa che hanno colto al volo l'occasione di riportare in auge slogan e simboli dell'era femminista di qualche decennio fa (notare la prima pagina di Liberazione che ho messo in apertura di questo post), esacerbando gli animi e creando confusione nelle analisi e nei commenti della gente comune. Un articolo molto illuminante (e ben scritto) pubblicato oggi sul giornale cattolico Avvenire dal titolo "Napoli, un aborto in solitudine" a firma di Francesco Ognibene (http://edicola.avvenire.it/ee/avvenire/default.php?pSetup=avvenire&curDate=20080215&goTo=A04) ci consente di farci un'idea non omologata alla maggior parte dei quotidiani italiani e capire anche come la solitudine della donna trentanovenne, che ha deciso di abortire, sia stata l'angolo di lettura differente e forse più reale rispetto alle conclusioni affrettate date dagli articoli della prima ora (http://archiviostorico.corriere.it/2008/febbraio/13/Abortisce_dopo_settimane_polizia_sequestra_co_9_080213119.shtml), quando le emozioni prevalgono sulla ragione e sull'obiettività. Ancora una volta l'utilità e la possibilità di attingere alla Rete, per avere tutte le informazioni necessarie a farsi una precisa idea sui fatti accaduti, è dimostrata senza ombra di dubbio. Basta un pò di buon senso e di raziocinio per non farsi travolgere dall'onda lunga e anomala del chiacchiericcio polemico (e a volte strumentale) legato ad un fatto di cronaca, seppur doloroso e toccante come quello di Napoli.

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