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mercoledì 13 febbraio 2008

Berlusconi V, l'omino dei sogni


Ho dovuto fare le ore piccole per non perdermi l'appuntamento con la migliore televendita che la RAI ha messo in cantiere nel palinsesto di martedì 12 febbraio 2008. L'apparizione (il termine non appaia blasfemo) di Silvio Berlusconi sulla sua poltrona bianca favorita. Quella taumaturgica di Porta a porta, accuratamente spolverata e tirata a lucido dalla mano esperta di mastro Bruno Vespa, ieri sera particolarmente eccitato dal ritorno (dopo due anni, come ci ha ricordato) di sua emittenza e del suo codazzo (Paolo Bonaiuti impettito e senza occhiali in prima fila) per la puntata clou della nuova stagione elettorale. Ho seguito la trasmissione ed ho notato il ripristino del vecchio look berlusconiano (doppiopetto, cravatta a pois, camicia d'ordinanza, scarpe nere lucidissime) rispetto alle ultime uscite (quelle un pò casual e giovanili tipo camicia blu senza cravatta, o sciarpa chic a pallini) e da quel particolare ho capito che si sarebbe riascoltata la solita musica, il solito ritornello. E non mi sono sbagliato. Per tutta la puntata (http://www.raiclicktv.it/raiclickpc/secure/stream.srv?id=28682&idCnt=70237&pagina=1&path=RaiClickWeb^Home^Notizie^Archivio+^PORTA+A+PORTA#1) il cavaliere non si è mai tirato indietro nel voler riproporre la sua canzoncina (non credo che il testo sia stato suggerito da Apicella), e la sua cantilena sui danni provocati dalla sinistra, sull'immondizia lasciata dalla sinistra, sulle mani in tasca agli italiani messe dalla sinistra, sull'immagine all'estero negativa dell'Italia provocata dalla sinistra e via delirando. Anche questa volta mi aspettavo le genuflessioni dei giornalisti invitati (scelti) da Berlusconi e non da Vespa. Invece questa volta qualcosa di nuovo è successo. Timidamente, ma con coraggio, perlomeno qualcuno tra Ferruccio de Bortoli, Pierluigi Battista, Mario Orfeo e Piero Sansonetti ha avuto l'ardire di far notare a sua emittenza che non tutto quello che diceva (le grandi opere, le pensioni aumentate, i bonus bebè e quant'altro dei suoi cinque anni di governo) rispondeva ad intiera verità. Anzi, qualcosa si era perso per strada, come l'alleanza con PierFerdinando Casini. Ma Berlusconi replicava che quando ha dovuto interrompere la sua opera miracolistica (da qui si capisce l'attuale slogan "ITALIA, rialzati"...) era solo per cercare di riportare all'ovile la pecorella smarrita e non per cattiva volontà (o incapacità...), ci mancherebbe altro. Ma dopo queste schermagli iniziali, il Grande Venditore (circuìto dal suo assistente-presentatore che gli ha rispolverato la magica scrivania del 2001, quella famosa del "contratto con gli Italiani") si piazza al centro della sua personalissima televendita politica ed incomincia a sciorinare il suo linguaggio da piazzista e a sgranare il rosario dei miracoli e delle promesse agli italiani, facendo balenare ancora un nuovo "Eldorado" del terzo millennio, un mondo tutto nuovo dove lui non farà pagare più l'ICI della prima casa (compresa la sua ad Antigua), dove si potranno percepire tredicesime e quattordicesime senza pagare le relative tasse, dove si ritornerà al suo beneamato "scalone" pensionistico (che i comunisti brutti e cattivi gli avevano demolito) e dove si vivrà tutti più buoni e più ricchi, più onesti e meno lazzaroni (sempre a proposito dell'invito a rialzarsi all'Italia...grande Lazzaro=lazzarone), praticamente l'Eden riveduto e corretto. Alla fine di tutto questo show televisivo del cavaliere (era passata l'una di notte) ho incominciato ad avvertire forti dolori allo stomaco, un sommovimento innaturale e nel contempo esplosivo. Non scendo nei particolari, ma lascio alla vostra gradita immaginazione capire quello che è successo nel mio bathroom. Questo è l'effetto collaterale del voler seguire a tutti i costi (anche per espletare al meglio la mia funzione di blogger) le apparizioni televisive di sua emittenza. Ben mi sta.

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