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venerdì 25 gennaio 2008

eppure lo rimpiangeremo...


E così alle ore 20.43 del 24 gennaio 2008 il "boia" prescelto per l'esecuzione (Mastella) ha fatto calare la ghigliottina sulla testa di Romano Prodi, decapitandolo e ponendo fine ad un governo che è stato in carica per poco più di 600 giorni, tra alti e bassi, lenzuolate e voti di fiducia, risse isteriche e pugnalate alle spalle. Si chiude definitivamente una fase politica che circa due anni fa aveva dato la sensazione della novità, della liberalizzazione, dell'anticorporativismo, dell'unione di più anime riformiste e democratiche, accomunate dall'idea di operare per il bene comune del Paese, dei cittadini. Invece il risultato, desolante e deludente, è ora sotto gli occhi di tutti. Quei 161 senatori che hanno detto ieri sera "no" a Prodi, hanno detto "no" anche a quella metà degli italiani che avevano riposto fiducia e speranza di cambiamento nell'operato del Professore bolognese. Un "no" che è stato come una cintura esplosiva legata alla vita del kamikaze di Ceppaloni, pronto a farsi saltare in aria per perorare la causa del fondamentalismo berlusconiano. Illuso dalle "sirene" in top e autoreggenti che lo aspettavano nel "paradiso" di Arcore, l'uomo del Sud ha deciso di sacrificarsi e si è immolato facendo una carneficina politica e sociale, distruggendo tutto e tutti, lasciando per terra frammenti umani, tessere di partito, gadget ministeriali. E lasciando per terra, insanguinata, anche la nostra speranza, la nostra voglia di una Italia pulita e caparbia, un'Italia di cui andare fieri, un'Italia da amare. E adesso? Che futuro avremo? Cosa ci aspetta dopo questa "strage" delle istituzioni? Personalmente mi auguro che il senso di civiltà e di saggezza che fanno parte del DNA del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano siano più che sufficienti per traghettare il nostro Paese fino al momento in cui recarsi alle urne per una nuova espressione di voto. Non prima, però, di aver riformato questo sistema elettorale iniquo e schizofrenico, una gran vera porcata calderoliana, che non permette una stabilità politica e operativa, non dà la sensazione di operare democraticamente, con la sicurezza di poter portare a termine i cinque anni di legislatura così come previsto. Mi auguro sinceramente che il prossimo presidente del Consiglio (che magari non sia nato a Milano, non abbia 71 anni e non sia proprietario di tre televisioni) dia una svolta al modo di interpretare la politica, senza se e senza ma, evitando le trappole delle coalizioni e degli assemblamenti di partitini e di entità famigliari, cercando di costituire una compagine governativa formata soprattutto da uomini probi, per bene (possibilmente incensurati) e leali nei confronti soprattutto di quei cittadini che ripongono in loro totale fiducia. E spero tanto che il prossimo primo ministro non ci faccia rimpiangere Romano Prodi...

4 Commenti:

  • Alle venerdì 25 gennaio 2008 alle ore 13:12:00 GMT+1 , Anonymous Anonimo ha detto...

    Buongiorno carissimo.Purtroppo la brutta notizia ieri sera è arrivata.Ancora una volta l'Italia peggiore ha esultato.Mi piacerebbe,per una volta,che la parte migliore del nostro paese riuscisse a farci sentire orgogliosi della nostra origine.Mi piacerebbe vedere l'Italia libera dalle armate berlusconiane.Libera dal clientelismo,dal nepotismo,dalle mafie.Nel mio pantheon personale porterei Gramsci,Berlinguer,Vittorio Foa,Dalla Chiesa,Falcone,Borsellino e tutti quelli che hanno dato la vita per una Italia migliore.Adesso non ci resta che aspettare,e se proprio dovessimo votare dare il nostro contributo per impedire la vittoria di Berlusconi e dei suoi accoliti.Mauro.

     
  • Alle venerdì 25 gennaio 2008 alle ore 13:40:00 GMT+1 , Blogger nomadus ha detto...

    Sono d'accordissimo con te, caro MAURO. Ora più che mai avrebbe senso la parola "unità nazionale" in cui i cittadini, anche di differenti estrazioni politico-culturali, più liberi e giusti si uniscono e si riconoscono in un unico partito che impedisca al "cancro" berlusconiano di attaccare e distruggere nuovamente il tessuto sociale ed economico del nostro Paese.

     
  • Alle venerdì 25 gennaio 2008 alle ore 18:26:00 GMT+1 , Anonymous Anonimo ha detto...

    Il Partito democratico era nato con il proposito di unire tutte le forze migliori del nostro Paese.Tutti i riformismi di matrice laica,cattolica,ambientalista,socialista e comunista dovevano convergere per far trionfare una vera democrazia e un sistema sociale più giusto.Purtroppo la leadership si è fidata troppo del Cavaliere e adesso rimediare,ho paura che sarà molto complicato.In questi post sto cercando di farmi capire nel miglior modo possibile.Se il mio messaggio non dovesse risultare chiaro oppure errato dimmelo pure.MAURO.

     
  • Alle venerdì 25 gennaio 2008 alle ore 19:02:00 GMT+1 , Blogger nomadus ha detto...

    Caspiterina. Il tuo messaggio non è solo chiarissimo, mio caro MAURO, ma è TRASPARENTE e intellegibile. Lo riuscirebbe a capire pure quel caprone di Vittorio Feltri (che sta esultando nella sua Padania bella come tutti gli altri suoi accoliti), quindi figurati se il tuo messaggio potrebbe risultare poco chiaro. A mente fredda (e con l'amaro in bocca della disillusione) posso confermarti, caro amico mio, l'auspicio e la legittima speranza che il prossimo uomo politico, incaricato di formare un nuovo governo da Napolitano o dalle urne, non sia l'omino di Arcore ma sia un Politico con la lettera maiuscola, e la statura morale e personale al di sopra di ogni interesse partitico o di coalizione. Un politico insomma al servizio della collettività e che faccia esclusivamente il bene per il nostro Paese. Nient'altro.

     

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