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domenica 18 novembre 2007

Severgnini e l'ipnosi


Un bell'articolo di Beppe Severgnini sul Corriere della Sera di oggi, intitolato "Perugia e la forza di un delitto perfetto" mi riporta a interessarmi dello strascico mediatico enorme, e non sempre comprensibile, seguito all'omicidio di Meredith Kercher , la giovane studentessa inglese uccisa il primo novembre scorso. La tesi giornalistica enunciata in questo articolo da Severgnini è che siamo di fronte a una sorta di delitto perfetto e pressoche globale, visto il coinvolgimento (tra vittima e presunti autori) di una ragazza americana di 20 anni (Amanda Knox), di un congolese di 38 anni (Lumumba Diya detto Patrick) di un italiano di 23 anni (Raffaele Sollecito) oltre alla 22enne anglosassone Meredith, per non parlare del codiddetto quarto uomo, africano anche lui. Dicevo dell'enorme attenzione mediatica: proprio l'altra sera Enrico Mentana, nel suo Matrix, ha riproposto l'ennesima puntata sul delitto di Perugia, ospitando Barbara Palombelli (per una volta orfana di Bruno Vespa) e Massimo Picozzi, criminologo e scrittore. Seguendo gli sviluppi dell'indagine, gli approfondimenti sia televisivi che della carta stampata, oltre che agli interventi nella blogosfera (soprattutto in merito al blog di Sollecito), preso atto che la stampa inglese segue con inusitata attenzione questo caso, sottolineato che anche la CNN (nella fattispecie il suo sito) dedica ampio spazio all'evento, mi chiedo: è in atto una globale richiesta di sapere chi è l'assassino/a o è solo una pantagruelica e pruriginosa voglia di sapere i retroscena, magari a luce rossa, di quella tragica sera? Il buon Severgnini la vede in modo giornalisticamente ineccepibile, diversamente da me che non sono un professionista del settore, ma gradirei sapere su questo tema qualche esternazione di chi sta leggendo questo post, anche per dare una diversa chiave di lettura al delitto di Perugia.

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