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martedì 31 gennaio 2006

alla ricerca della fama perduta


Ho letto con divertito interesse un articolo del giornalista, conduttore televisivo e scrittore di successo Beppe Severgnini, apparso nei giorni scorsi sul Corriere della Sera e dedicato interamente a tutti quei "personaggi" televisivi (di successo o presunto tale) che dal nulla sono assurti a simboli idolatrati dalle nuove generazioni, senza che abbiano combinato niente di edificante o di così importante da essere segnalati sul quotidiano della scienza e della tecnica, o sul Guinnes dei primati, nè tantomeno di aver contribuito all'innalzamento del PIL o alla riduzione del deficit della famosa bilancia dei pagamenti italiana. E allora di cosa si dovrebbero vantare questi divi televisivi del ventunesimo secolo? Secondo Severgnini proprio di nulla, anzi dovrebbero vergognarsi di aver usurpato titoli e fama (partendo dalla fame...) a personaggi del passato che, effettivamente, avevano lasciato una bella impronta circa la loro presenza in tv. Io concordo pienamente con quanto scritto dal sagace conduttore di Severgnini alle 10 (su SKY il sabato e la domenica) e soprattutto condivido la sua analisi spietata sulla ricerca (spasmodica, ancestrale, smodata) a tutti i costi della "fama" da parte dei vari Costantino, Daniele, Giuseppe, Francesco e tutti quelli della banda del GF (vecchi e nuovi) oltre ai ribolliti e ripassati in padella (televisiva) che rispondo ai nomi dei vari Al Bano, Elmi, Del Santo, Greco, Mancini, Pappalardo e compagnia cantando. Il dover rincorrere con la lingua di fuori (e con il cervello a riposo) il successo e la notorietà senza fare niente o rifare quello per cui si era in passato conosciuti (cioè ancora niente!) ha portato tutti questi pseudo-divi del piccolo schermo in una dimensione esageratamente fuori portata, senza senso ed equilibrio, insomma fuori di melone come direbbe un giovanotto dei nostri giorni. E al telespettatore cosa rimane? Ad alcuni proprio niente. Ad altri la voglia (testimoniato dai continui e pressanti casting) di partecipare a qualsiasi cosa (quiz, reality, comparsate, telefonate in diretta come concorrenti) pur di apparire e di accarezzare per pochi minuti la "fama" del momento, quell'effimera sensazione di essere "qualcuno" e di poter quindi un giorno dire "...lei non sa chi sono io..." oppure dire agli amici che le fans in delirio si strappano i vestiti al loro passaggio, televisivo o da marciapiede (forse meglio questo...) con richieste a iosa di autografi e di foto, in cambio di uno sculettamento o di una tetta scoperta...Ah la tivù...di tutto, di più!

un frate innocuo...


La storia di padre Fedele Bisceglia, un francescano di Cosenza arrestato per violenza carnale su una suora quarantenne siciliana, e da ieri ai domiciliari grazie alla bravura dei suoi due avvocati (uno dei quali è suo cugino), ha fatto parlare di sè stampa e tv più per la sua opera di redenzione (presunta e mai verificata) nei confronti di una ex pornostar abbastanza conosciuta nel giro dei film a luci rosse, tale Luana Borgia, che per le sue doti prettamente ecclesiastiche e francescane, nel più completo senso delle parole. Oggi una nota d'agenzia riferisce che padre Fedele è stato vittima di una sorta di complotto e di faida interna (espressione usata dai suoi difensori...) tra frati e tra ospiti del suo "Oasi, centro per l'amore", una struttura creata dal frate per ospitare ex prostitute, sbandati, drogati e senza tetto, insomma la crema della società. A suffragare la tesi del complotto ci si è messo pure un medico che ci informa sulla NON possibilità da parte di padre Fedele di copulare, causa infiammazione alla prostata (di conseguenza non ha le erezioni normali tipiche in situazioni di intimità, con suore o meno...) che lo affligge da ormai due anni, costringendolo ad uno scontato intervento chirurgico già preventivato alla vigilia del suo arresto, rimandato causa forza maggiore. Non credo che l'anestesista e il chirurgo possano recarsi con tutta la squadra operatoria al domicilio del frate, stante la situazione di restrizione di libertà, ma una richiesta di sospensione dell'iter giudiziario è plausibile, anzi auspicabile dal suo collegio di difesa. Ho pensato per un attimo a questa storia, mezza boccaccesca e mezza risibile, come ad un possibile soggetto per il prossimo film di Tinto Brass, un regista con il pallino del sesso e dei fondoschiena a go-gò, maestro dei falli posticci e delle protesi di lattice molto usati nei suoi films, e quindi adatti anche alla bisogna per il povero frate Bisceglia, magari nelle vesti (saio e sandali d'ordinanza, anche con cilicio...non si sa mai) dell'allupato di turno affiancato nelle performances anche della sua cara amica Luana Borgia, della serie tutto fa brodo. Alla fine, un pò anacronisticamente, invece dell'appropriato "...oremus fratres!..." sentiremo il più prosaico "...ventisettesima, prima... ciak, motore...azione!" Piano sequenza sull'oggetto misterioso di padre Fedele Bisceglia, prostata compresa...

lunedì 30 gennaio 2006

elogio di Diego


Il Diego che voglio elogiare oggi non è il calciatore argentino che ha fatto sognare Napoli a cavallo degli anni 90, che ora si è riciclato come presentatore televisivo alla tv di Buenos Aires, che è riuscito (si spera) ad affrancarsi dalla cocaina, ma il meno conosciuto (alle oceaniche folle) Diego Della Valle, presidente e amministratore delegato del gruppo Tod's spa.Secondo me solo i più ingenui potevano meravigliarsi della sua preparazione e della sua cultura manageriale (espressa con naturalezza in una recente puntata di Porta a Porta alla presenza del premier di Arcore) o magari non sospettare e credere che Diego, oltre ad essere un attento imprenditore con i suoi pregi e difetti, ha sempre avuto una propria e spiccata coscienza politica, mai strettamente partitica (anche se ha allacciato una strettissima amicizia con Clemente Mastella...). Forse nessuno conosce le sue simpatie per un giornale non propriamente NON schierato (il Manifesto) di cui possiede anche delle azioni e di cui sostenne in passato (in gran segreto) una campagna appello durante il sequestro Sgrena. Ora, dopo la super bella figura fatta nel programma di Bruno Vespa, il nostro eroe del lusso e delle scarpe ha attirato su di sè anche le attenzioni di Pierferdinando Casini, attuale presidente della Camera e possibile futuro accentratore di una nuova classe politica-imprenditoriale che, scalzato l'attuale inquilino di Palazzo Chigi, punta a sedurre la classe economica più competitiva e più trendy al momento da coordinare, magari proprio con l'aiuto di Diego, che, tra il serio e il faceto, molti vedrebbero nelle vesti (è proprio il caso di dirlo, scarpe comprese...) di futuro ministro del fururibile Ministero del Lusso...E per far indispettire il leader della Casa delle Libertà, il magnate marchigiano non si priva di niente. Sentite qua (tutto rigorosamente documentato): Diego Della Valle oltre ad essere proprietario delle Tod's è anche componente del consiglio di amministrazione delle Generali, di BNL, di RCS Mediagroup, di LVMH (Louis Vuitton, tanto per capirci), della Ferrari e della Compagnia Immobiliare Azionaria. Inoltre è membro del comitato direttivo di Confindustria, membro della fondazione Umberto Veronesi e, dulcis in fundo, presidente della Associazione Calcistica Fiorentina. Come dire, un bel biglietto da visita (formato lenzuolo...), da far sicuramente invidia anche al premier...Complimenti ed auguri, dottor Diego Della Valle.

tanto sesso, siamo inglesi


Una notizia apparsa sul sito dell'autorevolissimo quotidiano inglese The Guardian mi ha leggermente incuriosito, in quanto si evidenziava una nuova immagine (dal punto di vista sessuale) degli inglesi, notoriamente non proprio passionali e focosi come dna erotico. Devo confessare che ero rimasto anch'io un pò indietro con i tempi, quando si diceva il puritanesimo tipico degli abitanti della terra di Albione, i quali (secondo un luogo comune, ma confermato nei fatti) preferivano fare l'amore non completamente nudi, sotto le coperte e rigorosamente con la luce spenta. Oggi, invece, si ribalta tutto con questa indagine svolta dal quotidiano inglese. Infatti il nuovo millennio ha portato in dote agli anglosassoni una nuova pruriginosa qualità mica male: l'emancipazione sessuale totale. Di conseguenza anch'io sono rimasto sorpreso, piacevolemente s'intende, nell'apprendere che su 100 intervistati (uomini e donne, età 18-65 anni) ben 84 hanno detto che bisogna introdurre l'educazione sessuale nelle scuole di Sua Maestà la Regina (qui ci vedo anche lo zampino della Camilla Parker-Bowles che in fatto di sesso non mi sembra una neofita...) mentre 65 inglesi (abbastanza allupati, secondo me) vedono di buon occhio la riapertura delle "case chiuse", 30 si dichiarano ampiamente soddisfatti della loro vita sessuale, 27 ammettono di aver avuto rapporti con partner di etnìa diversa (una sorta di Babele del sesso...) ed infine 17 hanno confessato la propria omosessualità. Insomma, come dire, un bel quadretto a luci rosse che fà il paio giusto giusto con una dichiarazione recentissima della nostra starlette veneta Lory Del Santo (vincitrice dell'Isola) che alla soglia dei cinquant'anni si definisce pronta per una esperienza omosex. Indiscrezioni dell'ultima ora dal mondo del gossip ci dicono che la nostra Lory è stata vista imbarcarsi su un volo della British con destinazione Londra...Chissà, avrà fatto colpo anche su di lei questa indagine del Guardian sulle nuove abitudini sessuali english style...

domenica 29 gennaio 2006

come in un videogame


Anche questa domenica, purtroppo, invece di parlare (come avrei voluto) dell'ennesimo senso di pluralità politica e di trasparenza come il voto a Milano per eleggere il candidato della sinistra da contrapporre alla Moratti per la poltrona di sindaco, mi tocca ritornare a parlare del gatto a nove code, dell'uccello dalle piume di cristallo, del drago con sette teste, insomma (se non l'avete ancora capito) del premier di Arcore, dell'unto dal Signore e strofinato dal Fede, che anche ieri sera si è presentato con la solita ceronatissima faccia (di bronzo, per usare un piccolo eufemismo) dalla tv della sua azienda, Italia1, dove l'ex ministro di grazia e giustizia Claudio Martelli gli ha dato ampio spazio, durante la trasmissione "l'incudine". Ora, non vorrei essere ripetitivo, ma un politico che da più di quindici giorni, ininterrottamente, occupa spazi televisivi e radiofonici (ma perchè non proponiamo a SKYMETEO24 di assumerlo come conduttore di previsioni su neve e pioggia, al posto magari di quell'imbalsamato di Lorenzo Tedici?) come mai accaduto in passato e (spero) in futuro accadrà in tutti gli altri Paesi civilmente evoluti, può NON attirare su di sè l'attenzione di un Presidente della Repubblica come quel galantuomo di Carlo Azeglio Ciampi? NO, non può proprio, anche se ignora ignobilmente qualsiasi reprimenda o censura (motivatissime, altro che!) facendo finta di niente e continuando per la sua strada mediatica, lastricata di tappeti rossi (anche se lui preferirebbe il blu come colore) prontamente srotolati dai suoi accomodanti e prostrati in ginocchio giornalisti (Fede come capofila, of course) che si preoccupano solamente di mantenere il proprio posto di lavoro, in radio, tv o giornale piuttosto che garantire la pluralità di opinione e di informazione, alla faccia delle direttive del Presidente della Repubblica, come l'ultima accorata lettera sulla "par condicio" inviata al presidente della commissione di vigilanza della RAI...Coraggio, miei cari, tenete duro...il 9 aprile si sta avvicinando a grandi passi...

sabato 28 gennaio 2006

sovraesposizione mediatica


Francamente la sferzata solitamente non edulcorata del magnifico Enzo Biagi scritta sul Corriere della Sera di domenica scorsa (rivolta chiaramente al suo nemico storico, il premier di Arcore) è quanto mai di attualità oggi, alla vigilia dell'ennesima apparizione televisiva di sua emittenza, questa sera alle 21 su Italia1, nel programma di Claudio Martelli, anche lui piegatosi all'esigenza di bulimìa catodica del premier. Il decano dei giornalisti, dalla prima pagina del quotidiano milanese lancia una precisa (e condivisibile) accusa ai direttori di rete e in genere ai curatori dei programmi che hanno permesso l'estenuante, omnicomprensiva presenza del presidente del consiglio, senza mai dare un segno di cedimento e di dubbio su quanto stavano facendo. Se cioè era giusto dare tutto questo spazio, in diverse Reti, in diversi programmi (addirittura pure quelli sportivi o radiofonici tipo Isoradio!...) e con diversi target di ascoltatori e telespettatori pronti a sacrificarsi in nome dell'auditel da campagna elettorale. Piuttosto era meglio informare (come prerogativa impone al presidente del consiglio dei ministri) a reti unificate, ma solo nel caso di gravissimi eventi contro la Nazione o i suoi cittadini, e non mi sembra sia stato questo il caso specifico. La trottola mediatica, azionata due settimane fa dal premier, ha fatto venire (presumo) il mal di testa anche agli autori di Blob (Enrico Ghezzi in testa), proprio a loro che sono un pò gli storici stakanovisti (per ragioni di programma televisivo) fruitori delle apparizioni e delle esternazioni dell'omino di Macherio. Infatti secondo Biagi (e secondo tutti quelli che la pensano così) non era assolutamente giusto, nè tantomeno eticamente professionale, consentire questo rimbalzo televisivo da Biscardi a Costanzo, da Mentana a Mimun, da Martelli a Fragomeno di Isoradio, da Ferrara a Vespa. Questo tourbillon era evitabilissimo con dei semplici NO, con dei giustificabilissimi dinieghi al presidente del consiglio, con dei semplici inviti a rispettare i tempi e i termini dei dibattiti (non soliloqui, dibattiti...), come e più di tutti degli altri rappresentanti di altrettanti cittadini italiani, che nel 2001 avevano espresso le loro preferenze elettorali mica per ritrovarsi assediati tramite il piccolo schermo da un piccolo uomo, assolutamente no! Secondo me ci vorrebbe la legge del contrappasso dantesco per riequilibrare la situazione, magari permettendo a Romano Prodi di aprire una TeleBologna con tanto di interconnessione grazie alla legge Mammì, con la possibilità, chissà, che fra qualche anno venga fuori un nuovo tycoon della tv che però almeno dica "...sorbole", piuttosto che "...mi consenta"...E la cosa già suona meglio, non vi pare?

numeri verdi & numeri a pagamento











Oggi vorrei parlare un pò dei numeri verdi e dei numeri a pagamento, per cercare di capire la reale differenza che esiste (almeno secondo il giudizio di alcune persone che conosco) tra la soddisfazione di avere una certa informazione (pagando) e quella di non averla per niente o in maniera errata (numero verde) rimpiangendo quasi i vecchi box informazioni che molte Aziende avevano in passato, e che almeno ti permettevano di guardare negli occhi la persona (bella o brutta, simpatica o antipatica, magra o grassa) che ti forniva l'informazione richiesta, con il gusto di complimentarti con lui nel caso positivo, oppure di mandarlo a quel paese nel caso contrario. Prendiamo per esempio il numero verde di Trenitalia, il famoso 892021, raggiungibile da tutta Italia e in grado di fornire informazioni su orari e tariffe dei treni, numeri di telefono delle principali stazioni ferroviarie, insomma un vero e proprio call center esclusivo, dedicato al viaggiatore italiano, che secondo me, preferirebbe pagare non dico come quando chiama noi del 1288 (circa 2 euro al minuto) ma quasi, solo per avere la soddisfazione di sapere se il treno Milano-Roma parte o no, se il servizio snack a bordo funziona oppure no, se il numero della stazione di Ancona è quello giusto oppure risponde il bar interno della stazione (che ovviamente mi manda a quel paese se gli chiedo a che ora parte l'intercity per Pescara), insomma sprecare decine di minuti al telefono sperando in una risposta di una voce amica invece che pagare e sentirsi dire buongiorno o buonasera dopo 10 secondi (è il caso del 1288) mi sembra proprio diverso, così, a occhio. Ma il bello è quando si chiamano i numeri verdi delle aziende, quindi gratuiti, quindi inutili. Spieghiamo meglio. A chi non è capitato di fare il numero verde dell'Enel, dell'Italgas, dell'Aci e di altre grandi Aziende e rimanere attaccati con la musichetta di rito e la stucchevole voce registrata che ci invita cortesemente a non attaccare per non perdere la priorità acquisita? A chi non è venuta voglia di prendere per la collottola l'operatore di turno che ci invita (dopo aver atteso 25 minuti) a richiamare più tardi perchè i sistemi sono bloccati? E per finire, quante volte vi siete sentiti presi in giro dal fatidico 187 di Telecom Italia che ti preannuncia che la tua chiamata sarà servita in massimo quattro minuti, per poi sussurrarti che effettivamente c'è molto traffico e tutti gli operatori sono impegnati e quindi siamo pregati di riprovare più tardi? Bene, non credo che ci sia bisogno di aggiungere altro, preferisco davvero chiamare il 1288, attendere 10 secondi, magari avere la fortuna di parlare con NOMADUS che mi dice pure che oggi è una bella giornata a Roma, mentre a Milano tutto è bloccato causa neve, impropèri compresi...Il telefono, la tua croce, altro che la tua voce!

venerdì 27 gennaio 2006

l'immobiliarista del presidente


Eh, no. Questa volta il titolo del post non è dedicato al presidente del consiglio, no no. Oggi ho deciso di rispolverare e di parlare del povero Giovanni Consorte, ex presidente di UNIPOL, da un pò di tempo accantonato dai titoloni sui giornali e dalle foto in prima pagina, beccato qualche giorno fa da una temeraria giornalista del TG5, che però è riuscita solo a strappargli una generica promessa di intervista esclusiva a tempo debito. Quindi oggi, prendendo spunto da un bell'articolo di Paolo Biondani sul Corriere della Sera, ho deciso di dedicargli un pò di spazio sul mio blog. A lui, ma soprattutto al suo immobiliarista di fiducia, nonchè carissimo amico, un certo Vittorio Casale, self made man (a sentir lui...) di 46 anni, sposato felicemente e con tre figli, uno dei quali messo a regolare paghetta settimanale, con un importo che preferiamo omettere (per non fargli fare brutta figura...). L'immobiliarista amico di Consorte è di Parma (...niente paura, NON è amico di Tanzi e NON emette bond...) lavora a Roma, in un lussuoso ufficio ai Parioli, e il weekend lo trascorre in famiglia a Bologna, dove poi ha modo di incontrare l'ex patron di Unipol e di parlare magari di quei conti accesi presso il Principato di Monaco (Banca di San Gottardo, filiale di Montecarlo, mica pizza e fichi...) allo scopo di tutelarlo, in virtù di quella sua ancestrale paura che da un momento all'altro accada qualcosa di spiacevole ( salute o giustizia, non ci è dato sapere), pensando bene così di affidare al suo amicone Giovanni un pò del suo tesoro personale, non si sa mai...Per ricompensa Consorte, oltre a presentarlo ai suoi compagni di merende Fiorani e Gnutti casomai avesse bisogno di qualcosa, gli affida la vendita di alcuni immobili di proprietà dell'Unipol. Casale, da buon immobiliarista, li rivende a sua volta alla Morgan Stanley e a Pirelli Re, ottenendo una lauta plusvalenza di circa 40 milioni di euro. Non male. Infatti la procura di Milano, con il pm Francesco Greco in testa, lo chiama a chiarire questa stranezza operativa, visto e considerato che il colosso delle assicurazioni bolognese avrebbe potuto benissimo vendere direttamente senza la sua intermediazione (ovviamente NON gratuita). La risposta di Casale è da fumetto: "...perchè io all'inizio avevo presentato un'offerta migliore..." e quindi non c'entrava niente la sua amichevole conoscenza con Consorte...Però, che bello essere amici dei presidenti, quelli che contano, ovviamente...e quali se no!...Post Scriptum: il figlio di Casale prende 100 euro di paghetta settimanale, quasi quasi prende più il figlio del portinaio del palazzo dove abito io...che tempi, che tempi! Non c'è più la paghetta di una volta...

giovedì 26 gennaio 2006

la montagna ha partorito il topolino




Tanto rumore per nulla. Tante apparizioni per ottenere il minimo sindacale, anzi nemmeno quello (visto e considerato che "lui" i sindacati li considera tutti comunisti, pure quelli della UIL...) con grande rammarico dei suoi alleati. Mi riferisco, chiaramente, al premier che anche questa mattina ci ha deliziati (eufemismo) della sua performance quasi da Zelig Circus presso il mammifero catodico Maurizio Costanzo, che, nelle vesti sempre più strette di super partes, ha dato asilo televisivo allo stakanovista presidente del consiglio e delle barzellette (dai tempi dello chansonnier sulle navi da crociera...) sempre più proiettato al confronto con Romano Prodi, il quale, furbescamente, nicchia e rimanda a data da destinarsi, indicando una data a ridosso della settimana prima delle votazioni come utile e legittima per il confronto televisivo. Anche il giornalista con i baffi, ormai più bianchi che neri, ha invitato il premier a preferire il suo palcoscenico mediatico piuttosto che altri per la singolar tenzone, ed è l'ultimo in ordine di apparizione dopo Maria Latella a Sky, Clemente J. Mimun a RaiUno e l'inossidabile Anna La Rosa a RaiDue. Tutti stendono tappeti rossi (oopsss...pardon) al premier per avere l'esclusiva della sua presenza che alzerebbe di brutto share e auditel, ma finora bisogna dire che tutti questi sforzi sovrumani da tubo catodico NON hanno dato i risultati sperati. Proprio oggi il sito di Repubblica.it ha pubblicato il nuovo sondaggio nel quale il forcing mediatico del presidente ha prodotto un misero 0,5% di recupero sul centrosinistra, saldamente in testa nelle intenzioni di voto degli italiani. Insomma, il topolino partorito si è messo anche a fare le imitazioni del comico Pino Campagna di Zelig per poter avere qualche consenso in più, ma invano. Ci vuole ben altro che qualche battutina da becero avanspettacolo e presenzialismi televisivi da NO-TAV o da NO-PONTE (a proposito, a quando un bel corteo NO-berlusca?...) per invertire la rotta ormai predestinata della fine dell'era arcoriana, dopo una legislatura intera usata smodatamente per i propri interessi personali, con tanti saluti per chi attendeva un seguito alle sue belle promesse del 2001, interamente (o quasi) disattese e soprattutto ancora spacciate per "imponenti lavori" che hanno ridisegnato il volto dell'Italia (io direi il suo di volto, lavorato a mestiere dal lifting degli ultimi tre anni) mentre tutti faticano ad arrivare non dico alla fine del mese, ma solo al 20, che sarebbe già un miracolo. Mentre ancora continua a promettere pensioni più alte e posti di lavoro per tutti, i suoi alleati cominciano a stancarsi e a non soffrirlo più, certi come sono che ormai hanno a loro fianco una sorta di Re Mida al contrario: tutto quello che tocca non diventa oro, ma m....E coma puzza!

mercoledì 25 gennaio 2006

il pollaio catodico


In questi giorni di inizio 2006 si sono verificati episodi, inerenti il mondo della tv, a dir poco sorprendenti, irritanti, da biasimare. I continui litigi tra big e presunti tali, i livori artistici e di scuderia, le occupazioni politiche dei programmi d'intrattenimento e addirittura sportivi, i tg sempre a caccia dei servizi ad effetto, i reality che non danno un momento di tregua, Striscia che insegue il primato su Pupo a colpi di scoop più o meno veri e Gongoli e Tapiri che hanno il rigurgito incorporato (in chi lo riceve, ma anche a volte in chi lo consegna...), insomma mi sto sempre più convincendo che il pollaio catodico, di cui al titolo di questo post, stia diventando via via uno sorta di giardino zoologico, pieno di animali televisivi (non sempre bisogna dare il valore letterale al termine usato) e soprattutto pieno di scadente qualità da far rimpiangere un grande assente (che ha deciso anche di chiudere il suo blog, della serie facciamoci mancare tutto) vale a dire Daniele Luttazzi, comico irriverente e satirico che mai come in questo periodo avrebbe ripulito ben bene l'aia mediatica e televisiva da tutti questi escrementi, di pensiero e di immagine. Non ho infatti capito il motivo della sua decisione di chiudere il blog (che viaggiava a 100.000 contatti a settimana) quando almeno c'era la possibilità di una sorta di oasi di pensiero e di confronto, sempre utili alla depurazione da tossine nefaste per lo spirito e per la mente sparse senza ritegno nel pollaio catodico di questo periodo. Come se non bastassero le liti e le minacce tra Pappalardo e Zequila, i seni al vento e le lacrime dei concorrenti del Grande Fratello, le sbraitate contro il festival di SanRemo ad opera dell'escluso di lusso AlBano e della non vedente Annalisa Minetti (lei sì che ha ragione da vendere, altro che il naufrago con la tinta) ieri sera il tubo catodico ci ha premiati con una overdose di lacrime strappacuore sgorgate in modo naturale (come no!) dagli occhi di gallina (oltre alle zampe) di Wanna Marchi, seguita a ruota dalla figlia con gli occhiali di Chanel e con le occhiaie di notti insonni ad aspettare, cosa non si sa. Alla fine viene proprio voglia di non pagare il canone RAI (a proposito, scade il 31 di questo mese, mi raccomando) e di mandare tutti quanti in miniera, come disse in una storica apparizione al festival di SanRemo l'inossidabile Beppe Grillo rivolto a Jovanotti dei tempi "è qui la festa?". Estenderei oggi l'invito ai capistruttura delle reti Rai e Mediaset senza distinzione alcuna, unitamente a molti divi o presunti tali del piccolo schermo, che sono giunti al capolinea della sopportazione intellettuale di molti Italiani!

martedì 24 gennaio 2006

il Grande Freddo




In questo gennaio eccezionalmente gelido, con temperature mai raggiunte negli ultimi anni, con bora a raffica, gelo, neve e riscaldamenti al massimo (con intervento del Governo che indica i limiti di accensione e di gradi...) ho notato una sorta di grande freddo, non proprio metereologico, tra i due inquilini eccellenti del Quirinale e di Palazzo Chigi. L'ho notato seguendo soprattutto le ultime vicende e dichiarazioni del premier che, dopo le incursioni televisive, sta eseguendo dei blitz anche sul colle più in alto della Città Eterna, non certo per conquistarne l'ambita poltrona, quanto soprattutto per cercare di convincere il Presidente Ciampi a dare la sua istituzionale disponibilità a far slittare la data delle elezioni politiche che, come sanno anche le mura aureliane, sono fissate per il 9 aprile. Il premier di Arcore, abbandonato ufficiosamente dai suoi più fidati alleati, sta cercando in tutti i modi di recuperare punti percentuali, non di share televisivo, quanto a simpatia e a popolarità, sempre più in discesa (lo share) a causa della repulsione (stile Scrondo di ItaliaUno del vate Ricci di parecchi anni fa) naturale negli Italiani al solo apparire in video del premier con bulbo pilifero in effervescenza. Il grande freddo del titolo di questo post è quello sceso tra le due alte cariche dello Stato, in particolar modo dopo che un comunicato molto formale ed istituzionale del portavoce del Quirinale ci ha informato sulla non proprio esultanza del Presidente Ciampi alle esternazioni e pressioni di ogni genere del primo ministro, con sottolineatura del Colle sulla NON coerente promessa fatta a suo tempo (presente il fido scudiero Beppe Pisanu) di rispettare la data stabilita del 9 aprile (anche in virtù delle possibili nefaste coincidenze temporali ed elettorali dovute alle elezioni amministrative, referendum sulla procreazione e dulcis in fundo elezione del nuovo Capo dello Stato) mentre a quanto pare il pinocchietto di Arcore non ne vuole proprio sapere, di mantenere l'impegno preso. Tanto per non smentirsi...

il ricordo dell'Avvocato


Oggi è il giorno della ricorrenza, triste ricorrenza purtroppo, della scomparsa dell'Avvocato con la A maiuscola, l'Avvocato per antonomasia, l'Avvocato universalmente riconosciuto e amato. L'Avvocato Gianni Agnelli se ne andò in una fredda giornata di gennaio, il 24, del 2003 al termine di una malattia che lo logorò dopo una complicata operazione negli Stati Uniti. La figura carismatica, intelligente, ironica e al tempo stesso familiare del discendente della dinastìa degli Agnelli ci ha lasciato un ricordo ed un vuoto incolmabile. Un ricordo gradevole di un personaggio di altissimo spessore umano e di immagine sociale ed economica come pochi altri nati nel nostro Paese, capace di trasmettere, nelle sue non rare apparizioni televisive e pubbliche (al contrario del premier di Arcore...) una sensazione naturale di grandezza e sensibilità intellettuale tale da affascinare completamente l'italiano medio, quell'italiano che ostinatamente cerca di circuire e blandire l'attuale (ancora per poco...) presidente del consiglio, inutilmente proteso a ricalcare le gesta economiche ma certamente NON di effetto sociale ed umano, tipiche dell'Avvocato Agnelli. Una comparazione tra i due è improponibile, giacchè l'uno (Agnelli) è stato l'esempio, continuo ed efficace per tutta la sua famiglia e per tutti quelli che l'hanno conosciuto, dell'uomo tutto d'un pezzo, dedito al lavoro, alla soddisfazione della sua Azienda e soprattutto interessato al giudizio e alla partecipazione affettiva dei suoi naturali ammiratori. L'altro (sua emittenza) non mi sembra proprio l'essenza più cristallina dell'interesse pro collettività, anzi. Ha sempre dato, in tutti questi anni (e specialmente in questi ultimi fuochi d'artificio mediatico) l'impressione di quello che cavalca la tigre per beneficiare esclusivamente di tutte le situazioni, economiche e sociali, ad uso e consumo proprio, senza mai creare quella cortina di benevolenza popolare che un leader dovrebbe far trasparire dalle sue azioni politiche e personali. Al contrario, Gianni Agnelli aveva il magico dono di rendere ogni suo intervento (serio o faceto che fosse) un coacervo di intelligenza, sagacia e simpatia popolare, che era diventato una sorta di marchio di fabbrica. Quando parlava l'Avvocato in una sala riunione della Fiat o alla Confindustria o a Palazzo Madama (essendo stato nominato senatore a vita) era quasi come se parlasse qualcuno sempre atteso, sempre additato come colui che profferiva parole da cui tutti pendevano, sempre e comunque. Una gran bella virtù, questa, che nemmeno si sogna il presidente del consiglio, abituato più ai soliloqui e agli sproloqui che alle esternazioni intrise di sagace intelligenza, facendo sempre più rimpiangere la figura (seppur incurvata e con il volto rugoso ma fiero) del nostro vecchio beneamato Avvocato!

lunedì 23 gennaio 2006

il pressing (inevitabile) del cavaliere


C'era da aspettarselo. Il nostro caro e beneamato (per alcuni sicuramente, non certo per chi vi scrive...) presidente del consiglio sta cercando in tutti i modi, possibili e immaginabili, di far slittare la data dello scioglimento anticipato delle Camere, e di conseguenza dell'inizio del periodo pre-elettorale, definito "par condicio" in cui tutti i partiti, grandi e piccoli, hanno pari visibilità in tv e nelle tribune politiche. La richiesta del premier di Arcore è stata giustificata dall'esigenza (personale, riteniamo, non certo di natura "istituzionale"...) di avere a disposizione altre due settimane per chiudere (in bellezza?) situazioni come decreti e disegni di legge ancora aperti o in fase di dirittura d'arrivo, sottolineando quindi la improrogabile necessità di avere più tempo a disposizione, soprattutto per quelle norme da varare in tempo, pro domo sua, come ad esempio la legge definita dell'inappellabilità. Guarda caso, questa legge, se dovesse passare in tempo, impedirebbe al pubblico ministero di presentare l'appello in caso di sentenza favorevole all'imputato, e quindi non rinvierebbe la decisione al giudizio di secondo grado, facendo risultare la sentenza DEFINITIVA. La cosa mi pare leggermente a favore di quegli imputati che, pur in presenza di prove documentali e appropriate che dimostrano almeno il dubbio sulla loro non imputabilità, permettono, grazie ad un ottimo avvocato (anzi, più di uno) e a testimoni "prezzolati" e indottrinati all'uopo, la realizzazione della non punibilità, accompagnata dall'impossibilità per il PM di presentare appello contro l'eventuale assoluzione. Credo proprio che il presidente del consiglio tenga in modo particolare a questo disegno di legge, in virtù del fatto che molti suoi coetanei ed amici di schieramento politico, potranno in futuro servirsi di questa sorta di salvacondotto giudiziario, per poter convolare a giusta impunibilità (si legga "giusta" con occhio sarcastico, ovviamente!) e per potersi assicurare una vecchiaia tranquilla, non certo da "esule politico" (come ad esempio fu per Bettino Craxi ad Hammamet). Insomma, alla fine, dopo invasioni di campo, dribbling, finte e controfinte, falli da dietro ed entrate a gamba tesa, il nostro presidente-calciatore ha preferito un pressing a tutto campo, soprattutto sul Presidente della Repubblica (che incontrerà di nuovo domani sera), evitando accuratamente fuorigioco, ammonizioni e l'inevitabile cartellino rosso, che comunque l'arbitro (il popolo italiano) sta già tirando fuori dalla tasca (leggi urna) pronto a sbandierarlo sotto il naso del premier la mattina del 9 aprile prossimo. E non ci saranno tempi supplementari.

domenica 22 gennaio 2006

se due mesi vi sembran pochi...


Non vorrei apparire autocelebrativo, men che meno egocentrico o accentratore di blog, non vorrei nemmeno dare l'impressione di quello che si loda e si sbroda, insomma niente di tutto questo (non vorrei neanche dare l'impressione di belusconismo-presenzialismo, anche se limitato a questo blog) ma vorrei solamente ricordare, ai più vecchi ed affezionati (spero) lettori, che la mia avventura su questa piattaforma (BLOGGER) ebbe inizio il pomeriggio di lunedì 21 novembre 2005, ieri esattamente due mesi, quando scelsi il nome di questo blog per rispondere ad un operatore del servizio 1288 (ergo, un mio collega) che scriveva dal 1° ottobre, giorno d'inizio del servizio ex 12 telecom, su fatti e misfatti della compagnia TELEFONICA, gigante spagnolo delle telecomunicazioni, per la prima volta sul mercato italiano grazie alla liberalizzazione dei servizi di consultazione telefonica, fino a quel momento in regime di monopolio telecom italia. Chi non si dovesse ricordare la mia iniziale querelle con il signor NOLAVORO del vecchio 1288.blogspot.com potrebbe andarsi a rileggere nel mio archivio i post dedicati esclusivamente a lui e al suo modo poco urbano e poco riconoscente nei confronti dell'Azienda per cui lavorava. Oggi le cose sono cambiate, per l'Azienda e per me. TELEFONICA, dopo un avvio boom nei primi due mesi di lancio del servizio, ha visto un netto regresso nell'ultimo periodo dicembre-gennaio (motivazioni snocciolate dal sottoscritto in parecchi articoli pubblicati tra novembre e dicembre), io invece ho avuto la graditissima sorpresa (in cuor mio sempre sperata ma sempre da confermare) di vedere il grafico, attivato alla fine dell'anno scorso, crescere sempre e comunque, sia nelle visite che nelle pagine lette (ossia utenti che leggono per più di 30 minuti senza uscire e rientrare) con un trend encomiabile di segni positivi percentuali a due cifre (una volta addirittura a tre) che hanno determinato un ranking (una sorta di share del blog) pari a 8 su un massimo di 50 (su scala mondiale), insomma un gran bel successo. Questo, è chiaro, grazie a chi mi legge e mi apprezza, spero, per la mia trasparenza di giudizio (a volte un pò troppo tranchant...) per il modo di sviscerare e snocciolare un argomento, sia esso di attualità o politico o sociale o del servizio 1288, quello che ha comunque dato il via a questo blog. Anche in questo finale di post, debbo sinceramente (e nuovamente) ringraziare Salvatore Aranzulla che con il suo blog di divulgazione informatica, ha dato ampio spazio a me, al mio blog, ai miei interventi su altri blog molto più importanti e seguiti di questo, e grazie ad una sua intervista che mi fece il 9 dicembre scorso mi diede la possibilità di farmi conoscere ad una fetta ben più ampia di pubblico della blogosfera. In ultimo vorrei ringraziare la mia azienda (ATESIA) per cui lavoro che, nonostante l'anonimato di cui mi servo, mi ha permesso senza interventi censori (come nel caso di 1288.blogspot.com) di andare avanti a scrivere in modo critico e severo sulle situazioni che si evolvono all'interno del servizio di consultazione telefonica 1288. Grazie ancora a tutti, di cuore!

venerdì 20 gennaio 2006

conflitto d'interessi
















Mi ripromettevo da parecchio tempo di fare un post sul famoso conflitto d'interessi, noto anche ai meno avvezzi ai salotti economici e politici, oppure solamente gossippari, in quanto portato alla ribalta dai mezzi d'informazione (solo alcuni però...) quando l'omino di Arcore decise di fondare un partito-azienda, controllare il Giornale tramite il fratello piacione Paolo, distribuire incarichi e quote societarie del gruppo Mediaset ed affini ai figli Piersilvio e Marina, e dulcis in fundo, rimanere azionista di riferimento (il proprietario) del Milan, mettendo nel contempo a capo della Lega il suo fido scudiero e compagno di pelata Adriano Galliani. Vista così, l'inquadratura non mi sembra sfocata, anzi. Anche il più ottuso maldicente NON troverebbe nulla da ridire su una eventuale incongruenza, o come dicono quelli che parlano (e scrivono) bene, su un appena accennato conflitto di leggeri e non marcati interessi (personali e di famiglia...) per nulla sottolineato da una leggera pressione mediatica, in qualità di presidente del consiglio dei ministri, sulle reti RAI tramite accomodamenti, inciuci di auditel, sponsorizzazioni pilotate. Tutto appare regolare e funzionale, alla causa della famiglia-partito-azienda e tutti gli attacchi di questi anni (inutile che ve lo dica) sono solamente frutto di terrorismo politico, propaganda comunista, imbarbarimento del sistema giudiziario causato dalle solite toghe rosse e, per finire, il solito, riprovevole attacco frontale di quei vecchi esponenti della nomenklatura filosovietica-stalinista e pure bolscevìca rispondenti ai nomi di D'Alema, Fassino, Rutelli, Bertinotti, per non parlare del gulag PRODI! Ebbene sì, miei cari lettori, il presidente ha proprio ragione quando incalza con le sue rivelazioni da quarto segreto di Fatima (mi si perdoni l'irriverente paragone...) gli esponenti della sinistra italiana colpevoli, sempre e comunque e a prescindere, di intrallazzare e scalare banche mentre il piccoletto cerca di scalare la moglie (quando Veronica si mette i tacchi), di prendere soldi dalle cooperative mentre il primo ministro dispensa soldi alle mamme che hanno partorito nel 2005 (sua moglie non ha partecipato per raggiunti limiti d'età...), insomma che diamine, dimostratemi dove sta questo cavolo conflitto d'interessi!...Ecco, appunto.

giovedì 19 gennaio 2006

il Presidente e un presidente...




C'è una bella differenza tra la statura (quella morale, intendo) del Presidente della Repubblica Italiana, Carlo Azeglio Ciampi, e quella del presidente del consiglio dei ministri. A mio avviso in queste ultime uscite (forsennatamente mediatiche e riparatrici di un consenso che scivola via) il presidente lombardo ha buttato alle ortiche le ultime, remote possibilità di riprendere la sua personale corsa verso gli appartamenti di piazza del Quirinale, al termine del settennato che vedrà (probabilmente) la NON ricandidatura, considerati gli 82 anni d'età, del Presidente livornese, una figura carismatica, ascoltata ed amata dal popolo italiano che ha sempre preferito lo stile asciutto, sobrio, riservato del Capo dello Stato nelle sue rare esternazioni (l'ultima, ieri, a proposito dell'esigenza di una parità effettiva nella campagna elettorale, riferendosi alla Commissione di vigilanza della RAI) rispetto a tutt'altro stile, decisamente più appariscente, più da tubo catodico che da primo ministro, adottato in questi anni e in particolar modo in quest'ultimo periodo dal tycoon di Arcore. Non credo di sbagliare affermando che, la lezione di civiltà intellettuale e istituzionale impartita da Ciampi al cavaliere, sia da esempio e da monito impeccabile un pò come ci capitava da piccoli, quando nostro padre ci riprendeva per la nostra eccessiva esuberanza giovanile e di comportamenti, inducendoci in un provvido ravvedimento per tornare nell'alveo naturale costituito dall'educazione, sia nei modi che nei fatti. Chissà se il presidente ha fatto tesoro delle parole del Presidente dal folto sopracciglio e dallo scarno e bonario presenzialismo istituzionale! Io credo che sua emittenza dovrà proprio ripassarsi il galateo delle buone maniere e delle belle parole, altrimenti sarà costretto, quando dovrà giocoforza lasciare Palazzo Chigi dopo il 9 aprile, a prendersi sottobraccio l'unica parola che gli è sempre stata fedele compagna nella sua avventura politica, ovvero...la BUGIA!

mercoledì 18 gennaio 2006

il furto del sorriso


In tutto questo frullatore mediatico innescato dal cavaliere e di cui ho parlato nel post precedente, mi dispiace solo di una cosa: che la stampa (ad eccezione de la Repubblica) non abbia dato risalto, come si conviene, ad un fatto vergognoso. La truffa delle dentiere gratuite. Per chi non lo ricorda, nel 2003 il Ministero della Salute aveva stanziato 10 milioni di euro per finanziare il primo programma di odontoiatria sociale a favore degli over 65, denominato "Un sorriso per gli anziani"; ciò permetteva, agli oltre settemila ultrasessantacinquenni del Lazio titolari di pensione sociale, di usufruire (gratuitamente) di una protesi dentaria. Questa, almeno, era la lodevole intenzione della giunta regionale, all'epoca presieduta (ironia della sorte...) dall'attuale ministro della Salute, Francesco Storace. Ora si scopre che la Procura di Roma, nella persona del pubblico ministero Giorgio Orano, ha aperto un fascicolo contro la clinica odontoiatrica del Policlinico Umberto I° di Roma, con la non proprio edificante accusa di truffa ed appropriazione indebita (un classico di questo periodo...) per un valore stimato (per difetto) di 400 mila euro, intascati dai soliti ignoti delle ruberie italiche, in questo caso più prosaicamente laziali, che avrebbero falsificato documenti e fatture attestanti dentiere e lavori eseguiti su nominativi di arzilli vecchietti all'oscuro di tutto o, addirittura, passati a miglior vita! Si sospetta altresì che gli autori del vergognoso atto possano aver compiuto un ulteriore raggiro, cioè aver rivenduto a compiacenti laboratori le protesi, lucrando quindi due volte. Incredibile. La storia di Roma passa, nel tempo, dal ratto delle Sabine al ratto delle Dentiere...

lo show (evitabile) del cavaliere


Francamente non avevo mai visto un presenzialismo, tramite mass-media, come quello in atto in quest'ultimo periodo, a cura ovviamente del quasi settantenne uomo-catodico con trapianto tricotico. Non so a voi, ma a me ha dato veramente fastidio vedere la faccia del premier già di buon'ora, questa mattina prima delle 8 (solo Andreotti aveva il vezzo della messa alle 5,30 e il compianto Agnelli di telefonare all'allenatore della Juventus alle 7 del mattino, paragoni indubbiamente ingrombanti...) nel contenitore di RaiUno "Unomattina" colloquiare (per meglio dire "soliloquiare") con Monica Maggioni e con la cima intellettuale rispondente al nome di Luca Giurato. Il premier non si è praticamente riposato da 10 giorni a questa parte: dopo le incursioni della settimana scorsa nelle varie tv (di stato e commerciali), dopo le abbondanti libagioni mediatiche con appendici cartellonistiche, questa settimana si è trasformato in un Fregoli delle apparizioni tivù, come ieri sera da Floris a "Ballarò" (sotto forma indolore, per i nostri occhi, di intervento telefonico) per cercare di bilanciare lo schieramento a testuggine delle armate sinistroidi, e questa mattina, come detto, sulla rete ammiraglia. Ma quale recondito scopo spinge il cavaliere a questo tour de force televisivo e logorroico? Quale beneficio è possibile immaginare per la coalizione denominata "Casa delle libertà" (personali) ? La risposta l'ho trovata spontanea da Scalfari domenica scorsa nell'editoriale su la Repubblica intitolato "Lo show del Cavaliere è diventato un boomerang" e cioè che il nostro piccolo eroe lombardo sta cercando in tutti i modi di gettare più fango possibile sullo schieramento politico avverso, in modo da controllare un eventuale riflusso dei voti incerti (e ce ne sono tanti...) dell'elettorato di entrambi i settori (destra e sinistra) accomunati in questo momento da dissenteria mediatica prolungata e debilitante (più nella mente che nel fisico) per arrivare al 9 aprile con i voti necessari per riprendersi Palazzo Chigi ed eventualmente effettuare la tanto ventilata (e temuta) staffetta con Gianni Letta per accomodarsi sul colle più alto (Quirinale). Spero proprio che ciò NON accada mai, altrimenti quella poca libertà rimastaci se ne andrà definitivamente oltre la cancellata di Palazzo Grazioli...Come si dice, elettorato avvisato...

lunedì 16 gennaio 2006

i vincitori del concorso

I tre vincitori del concorso sono in ordine inverso: Anna M. di Milano, che ha scattato la foto in alto e che vince il cofanetto dvd edizione speciale di "Star Wars"; Ennio L. di Roma che ha scattato la foto qui a sinistra e che si aggiudica un abbonamento semestrale a La Repubblica, come da lui indicato ed infine PierLuigi R. che ha scattato la foto sotto e che vince un week-end a Positano in un albergo quattro stelle per due persone da spendere entro il 31 marzo. AUGURI e complimenti a tutti, vincitori e non. Al prossimo concorso. Grazie a caleidoscopio per la sua gentile collaborazione e consulenza fotografica.

strategia della pubblicità


In un mio post dell'inizio dicembre 2005 sottolineavo l'ossessività presenzialista della campagna pubblicitaria di Infonxx, la potente società americana di directory assistance, proprietaria del logo 892892 in Italia (e del 1299, meno visibile per fortuna...) che tanto ha fatto dannare i cultori della pubblicità nei mesi precedenti (da luglio in poi) a causa della scelta del colore rosso, che riportava in modo subliminale alla vecchia telecom, e dei due ballerini ossigenati e dentuti, a prima vista figli di Japino. Scrivevo allora, e sottoscrivo oggi, la potenza invasiva e mediatica di una campagna pubblicitaria martellante, assillante, a 360 gradi, su tutti i fronti possibili e immaginabili (cartellonistica, radio, tv, stampa, gadgets di ogni tipo, etc...) che alla fine sfianca, psicologicamente e fisicamente, l'utente destinatario del messaggio a tal punto da fargli alzare bandiera bianca in segno di resa e la cornetta telefonica, in segno di ringraziamento per la fine dello spot. Ciò tuttavia, la campagna pubblicitaria non ha sortito l'effetto sperato (inteso come gradimento totale da parte dell'utenza) proprio forse a causa della NON telegenia dei due ballerini e del motivetto ripetutamente stucchevole e deja vu come dicono quelli che parlano bene...In questo cuneo di non gradimento si è inserita la nuova campagna dell'892892 partita da due mesi e cioè quella della tariffa flat (1,80 a telefonata, solo da fisso, indipendentemente dalla durata e dal trasferimento) che tanto battage ha avuto proprio per stroncare la concorrenza impantanata nella giungla (costosissima) della tariffazione a consumo. Una strategia azzeccata, quella della compagnia americana, che alla fine ha aperto la strada, quasi per inerzia, al 1299 e che ha costretto alla contromossa il 1254 (chiamate gratuite per i successivi 7 giorni dopo la prima pagata, fino alla fine di gennaio) mentre il nostro beneamato 1288 ha fatto il solletico all'utenza portando il costo da 3,0 centesimi di euro al secondo alla strabiliante cifra di 2,6 centesimi di euro sempre al secondo. Ovviamente il contentino era dietro l'angolo, ovvero la nuova campagna pubblicitaria di Biscotto e Canotto che, dopo le spruzzate di neve ed i fuochi di artificio di fine anno, adesso giocherellano con gli pseudo-operatori impersonati dal gentil giovanotto con la barbetta che sicuramente ha più telegenìa dei figli di Japino. Strategia commerciale che pagherà per la compagnia telefonica spagnola? Lo sapremo quanto prima. Per adesso continuiamo a canticchiare il gentil motivetto di Bobby Solo...

anche gli ats piangono...


Un titolo che nasce spontaneo dall'osservazione attenta e quasi da spy-story effettuata dal sottoscritto in quest'ultimo periodo (a cavallo tra la fine del 2005 e l'inizio di questo 2006) a seguito di evidenti segni di frizione caratteriale e comportamentale tra ats e operatori e tra gli stessi ats. La cosa non mi ha sconvolto più di tanto, anche perchè ho sempre avuto un certo presentimento non proprio simpatico nei confronti del lavoro e del modo di porsi di alcuni assistenti di sala soprattutto nei confronti di quelle persone che (a pelle) non risultavano assimilabili al loro "rango" di controllori del servizio 1288, fermo restando la capacità di alcuni ats di risultare antipatici in modo quasi naturale. Devo riconoscere che pochi tra loro svolgono perfettamente il doppio incarico di consiglieri e controllori; la maggioranza o pende per l'una o per l'altra mansione. Chi non riesce ad entrare nelle grazie degli ats praticamente è tagliato fuori dalla possibilità di avere estensioni, cambi di turno, orari flessibili, assenza senza giustificazioni. Come in tutti i posti di lavoro comandati e certificati, il fatto di non andare sottobraccio con uno di loro (gli ats) o di non rivolgere attenzioni e smancerie dopolavoristiche di facciata non sempre preclude la via del rinnovo del contratto. Bisogna altresì ammettere che ultimamente i solerti assistenti sono passati da uno stato di controllori dell'ascolto in cuffia a semplici e più invisibili controllori del comportamento e dell'attaccamento (anche in senso letterale) al proprio posto di lavoro, o per meglio dire alla propria postazione. Sicuramente relazionare sul modus operandi di alcuni operatori che se ne vanno ogni quindici minuti una volta in sala break, una volta nell'area fumatori, una volta a spasso con chiacchiericcio incluso o addirittura ad appartarsi in luoghi più nascosti ed intimi (!) è un segno di efficace sinergia tra azienda e figure demandate alla bisogna. Ma è pur vero che la stragrande maggioranza degli addetti alle cuffiette "sente" il fiato sul collo aziendale non solo per le telefonate (intese come numero ricevute giornalmente) ma anche per la capacità espressa e dimostrata di dare informazioni esatte e sollecite, nella maniera più professionale possibile e gli stessi ats nelle loro note di servizio relazioneranno (immagino) che l'operatore x non ha seguito la procedura idonea ma almeno ha dato l'impressione di profondere sempre e comunque il massimo impegno e che, comunque vada, il servizio non ne ha risentito. Tutto ciò anche per evitare di rigirare il coltello nella ferita aperta a suo tempo dalla chiusura di Google (scusate l'involontario gioco di parole) e che anche tra gli stessi ats ha visto in passato scaramucce verbali e comportamentali sfociate anche in qualche lacrimuccia...Alla fine rimane la mia personale convinzione che il comportamento di alcuni assistenti (anche in considerazione del fatto che sono stati in passato operatori di call center) è contraddittorio nella forma e nella sostanza, un pò come lo è il matrimonio con i fichi secchi...

domenica 15 gennaio 2006

foto vincenti (fuori concorso)


Queste due fotografie mi sono state inviate da Nikoneffe (paparazzate.blogspot.com e nikoneffe.leonardo.it) nei giorni scorsi e secondo me sono meritevoli di vincere uno dei tre premi messi in palio per il concorso fotografico, ma è pur vero che essendo un caro amico il giudizio ne avrebbe risentito ed ho deciso di farle vincere, ma fuori concorso (una sorta di Coppa Volpi della fotografia...) unitamente ai miei ringraziamenti sinceri e rispettosi di un'amicizia nata casualmente sul blog la notte di San Silvestro. Per quanto riguarda il concorso fotografico domani pubblicherò le tre foto vincenti.

sabato 14 gennaio 2006

la scommessa di Scalfari


Oggi è l'anniversario della nascita di un quotidiano (la Repubblica) che sicuramente ha segnato una svolta di notevole portata nel panorama stagnante dell'editoria nazionale e fors'anche europea. L'idea geniale e coraggiosa allo stesso tempo di Eugenio Scalfari e di pochi altri arditi pionieri della carta stampata di coniugare l'esigenza di una nuova, libera e ascoltata voce politico-giornalistica con una nuova formula editoriale (anche dal punto di vista grafico e dell'impaginazione, passando dal formato classico a quello tabloid) attecchì così velocemente e in modo naturale nel nuovo lettore tipo di Repubblica (stiamo parlando del 1976, due anni dopo il referendum sul divorzio, due anni prima del rapimento Moro) da far quasi nascere un nuovo e intelligente modo di intendere e di volere il giornalismo d'assalto, tipico della truppa di Scalfari (da ricordare i vari Bocca, Melega, Mafai, De Luca, Barbato, Rocca, Pirani, Viola, Forattini etc...) e sinonimo quasi automatico di trasparenza intellettuale, cronaca attenta e non faziosa, osservatorio privilegiato delle eventuali magagne italiche del tempo (ricordiamo lo scandalo Lockheed di Antelope Cobbler, le dimissioni di Leone, l'impeachement di Gui e Tanassi e altro ancora, che forse i più giovani lettori di questo blog nemmeno conoscono...) e buon ultimo la voce controcorrente delle sferzanti vignette dissacratorie di Giorgio Forattini, una sorta di mito per il sottoscritto che in quei tempi invece delle figurine Panini ritagliava e collezionava proprio le quotidiane vignette della matita intinta nel veleno intelligente e sincero. Cosa dire a distanza di trent'anni da quel 14 gennaio 1976? Semplicemente che l'Italia è cambiata, è cresciuta, è diventata autoritaria e rispettata anche per le quotidiane attenzioni che le riservava un gruppetto di giornalisti intellettualmente capaci e forieri di novità e uniti da un progetto condiviso che era fondamentalmente quello di contribuire (con lo stile di scrittura e di pensiero del giornale) alla formazione di un modo di orientamente del lettore per educarlo civilmente e culturalmente. Eugenio Scalfari lo ha fatto per i primi venti anni, Ezio Mauro lo sta facendo dal 1996 ad oggi ed il progetto continua. Con successo. Auguri Repubblica, da un tuo vecchio affezionato e fedele lettore.

venerdì 13 gennaio 2006

il dribbling del presidente


Proprio ieri scrivevo dei molteplici e non certo defatiganti impegni (istituzionali e non) del nostro premier, ed oggi tutta la stampa italiana dedica ampio risalto alla deposizione fatta non in Procura o a Palazzo Chigi (come da protocollo) ma in una saletta riservata e, ovviamente, off-limit alla stampa e alla tv sempre più famelica e alla ricerca di eventuali scoop da destinare ad un pubblico per lo più distratto o, tutt'al più, interessato ai conti della serva, vale a dire a far quadrare il bilancio familiare o, per meglio intenderci, mettere insieme il pranzo con la cena (che di questi tempi è un'impresa paragonabile alle famose scalate di Messner, non certo di Ricucci...) mentre i grossi calibri della politica e della finanza mettono insieme altre cose. Dicevo di questo risalto dato alle dichiarazioni del primo ministro riguardo l'affare Unipol (tanto di moda in questo periodo) ed in particolare della ventilata (a suo giudizio) ingerenza e pressante interessamento da parte del presidente dei DS Massimo D'Alema nei confronti di chi deteneva quote azionarie (tramite le Generali) di BNL da vendere a Giovanni Consorte, all'epoca ancora a capo di Unipol. Questa supposta manovra non è andata a buon fine, ma, secondo la logica perversa e chiaramente anticomunista dell'ex delfino di Craxi, ciò era più che sufficiente per dimostrare (nei fatti e nelle intenzioni) la malevola e pericolosa avanzata delle truppe di sinistra (con cavalli e cosacchi in uniforme...) verso i sancta sanctorum della finanza e dell'imprenditoria italiana, con relativo e consequenziale abbrutimento dei diritti e delle situazioni democraticamente espresse dalla conduzione limpida e lineare (e aggiungerei per niente "pro domo sua"...) del cavaliere in questi anni. Alla fine della deposizione del premier, i giudici non hanno ritenuto di intraprendere alcuna azione giudiziaria nei confronti di D'Alema ma di eventualmente ascoltarlo in merito ai fatti di cui si è parlato (da notare che il primo ministro riferisce che tali informazioni le ha apprese da due stranieri che a loro volta le avevano avute da una terza misteriosa persona...) e alla fine, come ho scritto nel titolo di questo post, c'è stato il classico dribbling a rientrare del cavaliere: ha deposto il giorno prima del previsto, facendo marameo alla stampa tutta, e poi oggi ha corretto il tiro per non suscitare comprensibili ire funeste da parte della sinistra che (a mio avviso a ragione) intravede in tutte queste azioni, diciamo così tipicamente calcistiche con cross, finte e controfinte, una sorta di campagna promozionale per gli acquisti (di voti) più o meno consigliati dal suo entourage in vista della fatidica data del 9 aprile. Buona partita cavaliere, e vinca il migliore, naturalmente.

giovedì 12 gennaio 2006

il cavaliere si sceglie il cavallo...


Ormai ci siamo. Alla fine di gennaio, o al massimo la prima settimana di febbraio, ci sarà il "rompete le righe" per le centinaia e centinaia di degni (o meno) rappresentanti del popolo italiano, ossia per deputati e senatori. L'approssimarsi della fine della legislatura sta facendo fibrillare soprattutto il premier, intento come non mai, in questa settimana che si sta per concludere, ad apparire in tv più che a Palazzo Chigi o a via del Plebiscito, men che meno dalla sua Veronica a Macherio. Ho seguito l'iter televisivo del primo ministro, cominciato lunedì scorso da Giuliano Ferrara su la 7, senza interlocutori di riguardo, successivamente è andato da Aldo Biscardi (sempre la 7) per parlare del suo Milan, e anche qui senza contraddittori. Ieri, poi, è sprofondato nella sua poltrona bianca preferita (quella ovviamente di Bruno Vespa) con la presenza del segretario di Rifondazione Comunista Fausto Bertinotti, una sorta di riserva di lusso della panchina politica di Porta a Porta, visto e considerato che il forfait dato da D'Alema, Prodi, Fassino e Rutelli (titolari della squadra di sinistra) hanno relegato il cavaliere a scegliersi il suo sparring-partner meno famoso ma non certamente meno ostico. Oggi doveva essere il giorno dello scontro su Raidue, in un altro salottino compiacente come quello di Anna La Rosa, tra il leader di Forza Italia e il presidente dei DS Massimo D'Alema, ma all'ultimo minuto c'è stato il niet all'incontro del cavaliere che così ha disarcionato da cavallo il baffetto di sinistra per antonomasia prima ancora della regolar tenzone. Però, a questo punto, la giornalista calabrese tanto cara al premier ha avuto la brillante idea di invitarlo, solo soletto, domani sera alla "conferenza stampa" della Tribuna Elettorale di Raidue. Chissà se il cavaliere approfitterà di questo goal a porta vuota...Ma alla fine, comunque vada, il risultato che conta sarà solo quello della partita del 9 aprile prossimo...e le formazioni politiche stanno già effettuando il riscaldamento sul campo da gioco (da voto) sperando che l'arbitro (o qualche giudice di qualche Procura...) non fischi qualche irregolarità...

le ultime foto da votare





Ultime foto per partecipare al concorso fotografico. Inviate le vostre preferenze all'indirizzo: nomadus1@yahoo.it

mercoledì 11 gennaio 2006

gli errori del servizio 1288


Questa volta mi sono fatto una domanda e, molto marzullianamente, mi sono dato anche una risposta. Come mai il servizio della compagnia TELEFONICA non ha raggiunto il livello qualitativo e commerciale auspicato all'inizio dell'entrata in pompa magna sul mercato delle telecomunicazioni? Come mai, a distanza di più di 100 giorni dall'inizio dell'avventura, ci sono ancora moltissimi clienti per così dire seccati, scocciati, insoddisfatti del servizio? La risposta è presto detta: mancanza di professionalità, menefreghismo di alcuni operatori/ici, sistema di controllo del servizio scarso per non dire assente. Mi spiego. Per quanto riguarda il primo punto, è facile asserire che la mancanza di professionalità è figlia diretta della scarsità di attenzione e di programmazione di un corso valido, gestito professionalmente, idoneo per la formazione del bravo operatore. Su questo punto vorrei portare ad esempio la mia esperienza personale. Ho iniziato a settembre il corso di circa due settimane in cui per quattro ore al giorno (con una breve pausa di quindici minuti dopo le prime due ore) l'addestratore ci spiegava il servizio che avremmo espletato dal 1° ottobre, sottoponendoci per i primi sette giorni a didascaliche osservazioni e generiche enunciazioni tratte da un tomo invisibile, ovvero estrapolato da fogli di un manuale letti su uno schermo proiettato sulla parete bianca dell'aula del corso. La seconda settimana siamo passati alla simulazione del servizio, ossia telefonare da una stanza accanto, far finta di essere un cliente che chiedeva l'indirizzo dell'hotel xy e in viva voce far ascoltare ai partecipanti al corso la conversazione telefonica, con domande e risposte. Gli ultimi giorni sono stati ancora più spassosi: si cronometravano le risposte degli operatori virtuali, una sorta di gara senza premio...e senza tempo. Alla fine dei quattordici giorni belle strette di mano, scambio di numeri di telefonini (non si sa mai...) e pizza propedeutica per il buon esito del corso. Passiamo al secondo punto. Il menefreghismo di alcuni operatori lo intendo in senso stretto, ovvero come una mancanza di applicazione alla risoluzione del problema sollevato dal cliente. Se un tale mi chiama e mi dice che un mio collega gli ha fornito il numero del ristorante nontiscordardime mentre lui cercava il numero della sede inpdap di campobasso, io cerco di sopperire con la mia professionalità alla mancanza altrui fornendo l'informazione esatta. Non tutti la pensano in questa maniera però, visto e considerato che dopo aver ridato una nuova informazione, magari errata, chiudono lì la telefonata e la problematica connessa. L'ultimo punto è strettamente connesso alla figura degli ATS, gli assistenti di sala. All'inizio deputati all'aiuto e alla risoluzione tecnica dei problemi dell'operatore o del sistema banca dati in uso. In seguito la figura è stata mutata in controllore dell'operato degli addetti alle postazioni. Adesso la loro figura è alquanto impalpabile. Quando ci sono li troviamo al corner google, ossia la loro postazione abilitata alla rete internet,intenti a dare risposte (quando ci riescono...) agli operatori orfani di Google che chiedono loro l'informazione di turno, sperando di fare in tempo prima dello smoccolamento del cliente in linea, che continua a pagare, per tutti! Quando non ci sono, si vedono operatori vagare per le sale alla loro disperata ricerca, senza risultato, mentre magari gli assistenti sono in sala break... Questo è quanto. Non proprio una situazione edificante, ma tant'è...l'importante è che il cliente continui a pagare il servizio...magari fischiettando pure: noon c'è dodici senza ottantottooo. Finchè dura...

martedì 10 gennaio 2006

fenomenologia dell'operatore


Una volta ho letto un libro dedicato ad un re del telequiz nazionale (Mike Bongiorno) intitolato "fenomenologia di Mike Bongiorno" in cui si tracciavano le lodi sperticate e meritate dell'italo-americano più famoso del ventesimo secolo. Oggi, a distanza di tanti anni, ho voluto riprendere il termine (un pò desueto) per parlare dell'operatore del 1288, proprio quell'operatore così significativamente connotato dall'ultima campagna pubblicitaria della compagnia spagnola di telecomunicazioni. Il nuovo spot (sempre accompagnato dall'immancabile motivetto di Bobby Solo) partito da tre giorni, dopo il termine della campagna natalizia, ci porta all'interno di un ipotetico call center con operatori telegenici e sorridenti (dotati della classica cuffietta) tutti concentrati e dedicati a ricevere le centinaia di migliaia di chiamate da tutta Italia, mentre Canotto e Biscotto, saltellando amorevolmente, si avvicinano e familiarizzano con i baldi giovanotti in maglietta bianca con tanto di logo rosso 1288 sulla parte sinistra (proprio sopra il cuore...che romantica scelta!) i quali ovviamente corrispondono alle affettuosità. Dove sta la fenomenologia? E' presto detto. I vulcanici copywriters dell'agenzia pubblicitaria, forse su indicazione della società iberica così tanto incline ai successi dei suoi operatori dell'11888, hanno voluto far risaltare le doti (davvero fenomenali) di gentilezza, cortesia, predisposizione al dialogo e (soprattutto!) professionalità e velocità nel rispondere esaustivamente alle richieste così pitagoriche e machiavelliche degli utenti, che quasi quasi vien voglia di alzare la cornetta, comporre il 1288 e pagare di tasca nostra solo per la soddisfazione di poter dire agli operatori del servizio di consultazione telefonica...." A FENOMENOOOO!!"

lunedì 9 gennaio 2006

nuove fotografie da votare



domenica 8 gennaio 2006

la Befana del Csm...


Il famoso adagio popolare che recita l'Epifanìa tutte le feste si porta via ha sempre determinato in chi vi scrive uno stato di comprensibile acquiescenza nel sostenerne il ritorno come festa comandata, almeno per i bambini (anche per quelli un pò cresciutelli) e infatti così è accaduto negli anni passati. Un pò tutti avvertivano la mancanza della vecchina con la scopa di saggina e delle conseguenti calze piene di carbone o di dolciumi, a seconda di come ci si era comportati durante l'anno...L'avranno pensata anche in questo modo i dotti e presenzialissimi esponenti del Consiglio Superiore della Magistratura i quali, durante la seduta di fine anno, oltre a farsi i classici auguri per il nuovo anno, si sono fatti anche la Befana...Classico gioco di parole per intendere l'aumento dei gettoni di presenza alle sedute delle commissioni e un altro aumento per le indennità di soggiorno per chi arriva da fuori Roma perchè, si sa, i posti all'ostello sono perennemente pieni...Questi aumenti sono stati votati dai consiglieri praticamente all'unanimità (che curiosità il conoscere le facce di coloro, due o tre, che non hanno votato SI'...) e di conseguenza la calza della Befana, appesa nelle case dei consiglieri del CSM, farà bella mostra, a perenne ricordo, come quella dei figli dei poliziotti, dei vigili urbani, dei poliziotti, eccetera eccetera...Solo il ministro della Giustizia Roberto Castelli ha avuto un sussulto di amor proprio e, appresa la notizia degli aumenti, ha commentato: "A fronte dei sacrifici di tutti gli italiani, questa decisione appare inopportuna, soprattutto in un periodo in cui anche la politica si è ridotta gli stipendi". State facendo una faccia sorpresa e disgustata? Niente paura, la prossima sarà una bella Befana anche per voi! Perchè dite voi? Perchè è sempre valido il vecchio adagio citato all'inizio di questo post e quindi il 6 gennaio 2007, oltre alle feste, l'Epifania se LO sarà portato via (avete intuito bene, LUI...il premier...) e poi c'è ancora chi non crede nell'utilità delle vecchine...

venerdì 6 gennaio 2006

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